Del Real di stasera una cosa s’era capita dopo un pugno di minuti: la squadra di Carlo Ancelotti ha cominciato evidenziando automatismi degni di un cronografo Eberhard, con Casemiro a guardia del fortino e una compattezza delle linee che ha amplificato ogni difetto palesato dal Chelsea in fase d’impostazione. Non che i londinesi non si siano poi riappropriati di tratti di partita, ma Carlo Ancelotti è quasi sempre fortunato come i generali preferiti da Napoleone, nonché molto più bravo di questi ultimi. Mettiamoci poi i guanti di Courtois e il suo aumentare di volume quando decolla.
Su ogni altra componente e sopra ogni altro protagonista di una partita che non è stata semplicemente bella, ma che ha saputo diversificare le sue attrattive nel corso dei novanta minuti, si staglia, in tutti i sensi, la monumentale completezza offensiva di Karim Benzema, che quando imprime la frustata con il collo devia il volo delle rondini di ritorno; che dell’azione non scrive soltanto il finale ma ne sceneggia spesso la trama intera; che alla sua straordinaria forza dona il bacio della lucidità assoluta nel momento topico.
Paolo Marcacci
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