Sono appena trascorsi i anni di reclusione nella Prigione di Belmarsh per Julian Assange, prelevato di forza l’11 aprile dall’ambasciata ecuadoriana a Londra e trasferito nel penitenziario britannico. Il giornalista baluardo dell’informazione libera rischia 175 anni di carcere in una prigione statunitense per aver raccontato verità scomode per il governo di Washington (rendendo di pubblico dominio le atrocità commesse dai soldati americani in Afghanistan e Iraq). L’estradizione nel Paese a stelle e strisce gli sarebbe fatale. È quello che ha ricordato l’Onorevole Pino Cabras nel suo intervento alla Camera, esortando il Governo alla discussione su un caso che riguarda la libertà di tutti.
“C’è una questione su cui è bene che il Governo si pronunci e anche il Parlamento sia chiamato a pronunciarsi pienamente. Questo è un Parlamento che ha scelto di fornire armi a un Paese che si trova in una situazione di guerra, anche se questo Paese non è un alleato dell’Italia, ossia questo Parlamento ha scelto di definire il campo della questione bellica come qualcosa che lo riguarda in prima persona.
La questione di quello che avviene su pace e guerra, e informazione di guerra in Europa, è quindi qualcosa che ci riguarda da vicino. Quello che succede fuori dall’Italia è ormai una questione interna. Una di queste questioni e il caso Assange, che sta avendo, in questi giorni, una torsione importante: rischia di essere spenta per sempre la voce di Julian Assange. La sua estradizione cambierebbe lo status – già gravissimo, che dura ormai da tre anni – di detenuto in un carcere di massima sicurezza in Gran Bretagna, nella condizione di un cittadino che può essere sottoposto a una condizione estrema di carcerazione per 170 anni. Sappiamo che questo significa spegnere una delle voci più importanti dell’autocoscienza dell’Occidente. Il nostro è un atto d’amore per i valori migliori dell’Occidente e uno di questi è la libera informazione e la capacità di avere uno sguardo critico anche sui gravi errori delle classi dirigenti.
Noi ci battiamo affinché il Governo si pronunci su un aspetto importantissimo, che va a incidere profondamente sulle libertà di tutti. Nel momento in cui c’è una corsa alla censura, c’è una spinta verso l’autocensura del giornalismo, giornali che sono ormai oggetti contundenti, telegiornali che hanno solo una lettura dei fatti e personalità che vengono intimidite, nella loro autonomia di giudizio, noi dobbiamo recuperare la memoria e l’intelligenza, oltre che l’incolumità fisica, di una delle personalità che hanno inciso di più sulla nostra coscienza occidentale.
Quindi, chiediamo al Governo di dare uno spazio a una discussione in Aula, per scongiurare l’estradizione di Assange. È una questione interna anche dell’Italia, è una questione dei nostri valori. Viva le libertà! Viva Julian Assange.