Dal Covid alla guerra, il cortocircuito di media e TV: lo strano silenzio su quei 6 miliardi di euro

L’informazione è quella che determina il nostro orientamento sociale, politico e di costume. L’informazione oggi è totalmente consacrata, direi al 99%, al pensiero unico della globalizzazione capitalistica. Una forza dal punto di vista politico e pratico. Lo abbiamo visto quando è arrivato Draghi, descritto come il migliore, il più bravo e ora a livello internazionale non conta nulla.

Lo abbiamo visto con la vicenda del Covid, non tanto per il termine della pandemia o meno, ma per il controllo sociale che veniva applicato all’informazione. Lo stiamo vedendo sulla guerra dove c’è un’informazione a senso unico. Perché accade questo? Perché dietro c’è l’economia e la finanza. Prendiamo un esempio importante il Gruppo Gedi: Repubblica, l’Espresso, la Stampa e la famiglia Agnelli.

In era pre-Covid hanno allargato la forza di questo gruppo editoriale legato all’ex Fiat. Poi si sono presi 6 miliardi di euro garantiti dalla Sace, quindi dal governo italiano. Nessuno ne ha parlato: il 40% dell’informazione era già nella loro mani. Lo stesso sulla guerra. Non ci sono solo loro. Ci sono molti altri. Si orienta la politica, il sentimento popolare ma non ci stanno riuscendo pianamente perché sono talmente monotematici, identici, che rendono indigeribile la minestra che propongono.

Questo vale anche per le televisioni dove quando c’è qualcuno che osa dire qualcosa di diverso viene introdotto nella “pratica del panino”: una persona parla prima di lui e una dopo. Se riesce a dire qualcosa di interessante viene interrotto o dalla pubblicità o dal conduttore o da qualcuno che gli sale sopra con la voce.

Tutto ciò è fatto appositamente: se non ci fosse nessuno che la pensa diversamente e qualcuno che possa essere additato come nemico da battere non ci sarebbe verve nella trasmissione. Cosa si può fare? Primo non comperare questi giornali, parlo di quelli più importanti. Parlo del Corriere, della Stampa o della Repubblica. Sono questi i giornali che dicono tutti le medesime cose. Secondo è necessario guardare con grano salis i talk show e le trasmissioni televisive per comprendere dove è celato l’inganno. Bisogna ragionare molto e utilizzare anche l’informazione alternativa, come questa di Radio Radio. Infine utilizzare molto la testa.

3 Minuti con Marco Rizzo