Dramma effetti avversi. I numeri ufficiali ci sono, da qualche giorno aggiornati in Italia con l’undicesimo report dell’Agenzia italiana del farmaco. Difficile però considerarli fotografia integrale del quadro nel nostro Paese. Senza farmacovigilanza attiva, con dei dati promossi da istituzioni che hanno dimostrato di confidare nel vaccino come unica soluzione possibile, sarebbe ancora più grave trovare delle cifre allineate con le opinioni controcorrente. Così emerge che sarebbero meno di una su mille le reazioni negative registrate dopo l’inoculazione: 134.361 su 135.849.988 dosi somministrate, lo 0,098%. Nemmeno poche se si prende in considerazione la dottrina della non-correlazione messa in pratica dall’inizio della campagna vaccinale.
Resta comunque l’odissea che deve affrontare chi per sventura attraversa il vortice dei danni collaterali. Problemi? Di ogni tipo. Risarcimenti? Come se non ci fossero. Diventa realtà il rischio di ritrovarsi con una patologia più grave di quella che si sarebbe dovuta prevenire. Una minaccia avvertita dall’endocrinologo Giovanni Frajese in diretta: “Mi sembra che la frequenza con la quale stanno accadendo questi problemi sia veramente qualcosa di fronte alla quale bisogna voler chiudere gli occhi”. A rincarare la dose anche lo psichiatra Alessandro Meluzzi, che ha messo in fila alcune delle malattie che si potrebbero osservare post vaccinazione: “Trombi, emorragie, arresti cardiaci legati a delle aritmie improvvise e tutta un’altra serie di fattori che ormai sono entrati in un’epidemiologia non evidente, evidentissima. Io a quasi 67 anni non ho mai visto infarti di quindicenni durante la notte, la moria vera e propria da arresti cardiaci o da accidenti cardiovascolari acuti in adolescenti e sportivi”.
L’intervento dei Prof. Frajese e Meluzzi a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti.