Il gesto assurdo di Luigi Di Maio: escalation ad un passo? L’azzardo che può costare caro all’Italia

Di questo passo la mega propaganda che non dorme mai riuscirà a farci crede che i russi mangiano i bambini. Tra l’altro coloro che vogliono mandare le armi in Ucraina sono gli stessi che volevano mandarle in Serbia nel 1999 o in Libia nel 2011. Una ragione per la follia della guerra la trovano sempre.

È necessario sottolineare alcuni aspetti che stiamo attraversando e che segnalano come quella che stiamo percorrendo sia una climax, una scala che ci porta dritti verso il conflitto mondiale, a meno che non capiti qualcosa che riesca a farci retrocedere rispetto all’abisso che si spalanca davanti a noi.

In primis si consideri il gesto assolutamente assurdo di Luigi Di Maio che ha scelto di mandare fuori dall’Italia 30 diplomatici russi, ritenute persone non gradite. Proprio lui, Luigi Di Maio: uomo colto di grandissima preparazione, educato al ruolo che occupa, emblema della meritocrazia italica, adesso pone l’Italia nella condizione ancora più grave rispetto a prima. Non solo le sanzioni, non solo le armi all’Ucraina ma ora anche la cacciata dei diplomatici russi dall’Italia.

Si consideri in maniera analoga quanto detto da Enrico Letta, il quale ha spiegato che bisogna fare a meno del gas russo e del petrolio. Questo è assolutamente indispensabile? Indispensabile per chi? Sicuramente lo è se assumiamo il punto di vista di Washington che così riesce ad ottenere da tempo ciò che da tempo già cercava: l’isolamento forzato dell’Italia e dell’Europa tutta dalla Russia.

Contrariamente a quello che vanno ripetendo gli autoproclamati professionisti dell’informazione, non è la Russia ad essersi isolata, ma è l’Europa. Mosca ha accanto a sé l’intero mondo orientale. È invece l’Europa che si è venuta isolando dalla Russia e dal Mondo intero di fatto consolidando la propria posizione di colonia subalterna rispetto a Washington, da cui sempre più dipenderà anche per quel che riguarda il gas e il petrolio.

Non sfugga neppure il gesto di Papa Francesco, finora una delle poche voci lucide nel quadro della guerra contestando il conflitto e l’aumento delle spese militari, che ora si è mostrato esibire una bandiera dell’Ucraina. Vere e inconfutabili appaiono le parole pronunciate da Ratzinger, al tempo non ancora pontefice allorché disse che sarebbe venuto il tempo i sacerdoti sarebbero diventati assistenti sociali e il discorso teologico si appiattirà sul mero discorso politico.

Ancora una volta abbiamo il significato della crisi come nuova normalità e non come fase transeunte. Dinnanzi a noi abbiamo la prova provante che la se la pace non si trova ciò dipende anche, non secondariamente, dagli Stati Uniti dell’arcobalenico Joe Biden. Gli Stati Uniti infatti stanno facendo di tutto perché la guerra prosegua e si allarghi. Non sfugga che gli Stati Uniti stanno mandando un pacchetto particolarmente ricco di aiuti all’Ucraina di modo che continui in questa guerra. Ove naturalmente Zelensky sta svolgendo una parte magnifica dal punto di vista di Washington.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro