Verità, fake news o versioni alternative? La guerra in Ucraina non si combatte solo sul campo ma corre sul filo dell’informazione. Lo narrazione stessa diventa terreno feroce di scontro per affermare dati, notizie e costruire specifici immaginari nell’opinione pubblica. Lo stesso concetto di verità, sempre labile e opaco nella sua soggettività, acquisisce ora una pericolosa declinazione censoria, un significato assoluto che esclude tutti coloro che propongono versioni alternative dei fatti.
Per il filosofo Diego Fusaro il concetto stesso di verità è divenuto mezzo di affermazione di un’unica verità legittima, un feticcio dietro al quale nascondere il volto di chi detiene il potere e mira a mantenere ad ogni costo lo status quo. Dimenticando i fondamenti dello stesso liberalismo, il confronto viene cancellato e con esso il processo positivo che deriva dalla discussione: “L’obiettivo è colpire chiunque abbia una prospettiva dissenziente”.
L’ultima corporazione a promuovere una politica interventista sulla libertà di parola (compresa quella di sbagliare) è nientemeno che Meta, il colosso detentore di Facebook e Instagram, che attraverso il suo vicepresidente Adam Mosseri ha fornito le linee guida per “evitare di pubblicare informazioni fuorvianti”, dicono: “Le notizie false e le bufale sono pericolose per la nostra comunità e rendono il mondo un luogo meno informato“. “Tutti noi abbiamo la responsabilità di frenarne la diffusione – spiega Mosseri – Abbiamo lavorato consultandoci preventivamente con First Draft, un’associazione non profit dedicata a migliorare la capacità e la metodologia utilizzata per segnalare e condividere informazioni online“.
Chi non vorrebbe un mondo senza fake news? Il tranello però è sempre lo stesso: siamo sicuri che chi le giudicherà tali sarà scevro da qualsiasi interesse o ideologia?
Spieghiamo con Diego Fusaro la “caccia ai nuovi eretici”.