Strage di Bucha, Fratoianni (SI) ▷ “Strumentale collegare la corsa al riarmo a queste immagini”

Quarant’anni fa la prima manifestazione a Comiso sancì la nascita delle future associazioni e sindacati contro i missili cruise e a favore del disarmo nucleare. Oggi l’ex base Nato continua la sua battaglia per promuovere metodi di risoluzione diplomatici, e mai tema potrebbe risultare più attuale: “E’ stata una grande mobilitazione per dire che il futuro di pace dell’Europa sarebbe stato garantito, non dalla corsa agli armamenti, ma da una costruzione di pace e dal rafforzamento delle Istituzioni sovranazionali”. Così la ricorda infatti il segretario di Sinistra Italiana, l’Onorevole Nicola Fratoianni, che vede oggi questo desiderio di pace tramutare radicalmente all’interno degli stessi organi istituzionali, in un’azione di militarizzazione e riarmo per ‘aiutare’ l’Ucraina nella difesa del proprio territorio che però chiama in rotta di collisione due superpotenze atomiche, e dunque il mondo intero.

All’interno di questa dinamica è proprio il nostro Paese a risentirne, soprattutto sotto il profilo economico attraverso un aumento programmato sulla spesa nazionale per una corsa al riarmo: “Parliamo di un aumento della spesa militare in Italia di oltre 13 mld di euro all’anno“. Come se non bastasse, l’informazione rischia di non essere spesso trasparente e obiettiva. Di fronte alla decisione di schierarsi, l’Onorevole Fratoianni risponde: “Il punto non è dove si sta e con chi si sta, ma come lo si fa”.

Ecco l’approfondimento di Nicola Fratoianni in diretta a Lavori in corso con Stefano Molinari.

Informazione e propaganda

“Quarant’anni fa a Comiso ci fu una enorme manifestazione contro l’istallazione dei cosiddetti euromissili, dei missili cruise a testata nucleare. E’ stata una grande mobilitazione per dire che il futuro di pace dell’Europa sarebbe stato garantito non dalla corsa agli armamenti, ma da una costruzione di pace e dal rafforzamento delle Istituzioni sovranazionali. Dalla costruzione di un’idea legata alla smilitarizzazione, non all’aumento infinito delle armi che, come si vede, producono sempre e solo l’aggravamento della condizione della guerra e delle tragedie che porta con sé.

Oggi, a quarant’anni da quella manifestazione, una rete vastissima di associazioni e sindacati ha proposto una marcia che esercita il dovere della memoria.

La necessità di un’inchiesta indipendente su Bucha? Un’altra, tra le prime vittime della guerra, oltre alla vita dei civili, è la verità, l’informazione sottoposta alla guerra della propaganda. Di fronte a quelle immagini terribili diventa secondario l’aspetto delle responsabilità. Quello che deve essere al centro delle nostre attenzioni sono quelle immagini e il loro senso profondo: la barbarie che si scatena sulla pelle dei più deboli. Questo è il motivo per cui, oggi più che mai, anche di fronte a queste immagini va rilanciato il messaggio della pace, la necessità di investire sulla diplomazia per far finire la guerra”.

Corsa al riarmo

“Collegare la corsa al riarmo, l’aumento della spesa militare non solo a queste immagini, ma al conflitto che oggi devasta l’Ucraina dopo l’invasione russa, è totalmente strumentale e del tutto irragionevole. Parliamo di un aumento della spesa militare in Italia di oltre 13 mld di euro all’anno e parliamo di un aumento basato sulla spesa nazionale, neanche aumenti programmati e basati sulla costruzione di una vera e propria difesa europea. Io credo che di fronte la situazione del nostro paese, di fronte alle sue priorità questa scelta sia del tutto irragionevole. Occorre fare ben altro e, come purtroppo dimostra anche la vicenda ucraina, la corsa agli armamenti non protegge mai fino infondo dal rischio che quelle armi poi scatenino effetti drammatici sulla pelle di chi è più incolpevole. La guerra non è mai corretta.

Quella di Comiso è stata una bella manifestazione. In questo momento c’è bisogno non solo di gridare a ragione della pace ma anche di costruire pratiche di pace. Il punto non è dove si sta e con chi si sta, ma come lo si fa”.