“Progetto europeo fallito”: Malvezzi rompe il tabù ▷ “I grafici ufficiali non lasciano più dubbi”

La favola era: noi siamo piccoli e deboli, se ci mettiamo insieme saremo in grado di combattere meglio le crisi. Questa era la tesi negli anni 70


Crollo del Pil e della produzione industriale: ecco i risultati del entrata dell’Italia nell’Eurozona.
Il prof. Malvezzi rompe il taboo sull’andamento economico dell’Italia in zona euro, mostrando i numeri dell’involuzione della produzione industriale e del PIL pro capite.
Dati alla mano, vediamo come l’economia italiana sia stata rallentata dall’adozione della nuova moneta e dalle diverse crisi, che dipingono uno scenario disastroso dagli anni 90 ad oggi per quanto riguarda il sistema produttivo del paese.
I grafici ufficiali sembrano non lasciare più alcun dubbio. Prendendo in esame diversi range temporali si evidenzia, senza mezzi termini: un calo netto del PIL italiano rispetto alle altre economia avanzate; il crollo del PIL pro capite dal 2001; crollo della produzione industriale nelle fasi d’integrazione europea.

L’intervento del prof. Valerio Malvezzi a “Un giorno Speciale”.

L’Europa ci ha protetti dalle crisi?

Tasso di crescita del PIL reale dal 1992 al 2021

“L’Europa doveva proteggerci dalle crisi, lo ha fatto ? Vediamo cosa è successo in 30 anni, dopo 5 crisi importanti.

La barra blu rappresenta il sistema delle economie avanzate, la barra rossa le economie dell’area euro.

Le crisi sono rispettivamente: la crisi EMS (del sistema monetario europea) durante un periodo molto turbolento in cui la notizia che si va verso l’euro comporta degli attacchi speculativi; la seconda crisi compare con la diffusione dell’euro ed è di nuovo speculativa.

Come possiamo vedere la barra blu sta sopra la barra rossa: non siamo stati protetti dal mondo euro. Stiamo parlando del tasso di crescita del PIL reale, depurato dell’effetto dell’inflazione. Nelle prime due crisi l’Europa non ci ha protetto.


Nel 2008 c’è stata la crisi dei subprime, la crisi dei mutui americani. In sostanza, nel 1932 la divisone tra banche speculative e di credito alle famiglie aveva fatto ripartire l’America dopo la crisi del ’29 e, a cascata, anche tutta l’Europa. Fino alla fine degli anni 90 è rimasta questa divisione fin quando, su richiesta dei banchieri, si è tornati alla situazione degli anni 20. Con il dilagare della speculazione bancaria è avvenuta la crisi dei mutui subprime. E di nuovo la barra rossa è più bassa rispetto alla blu delle economie avanzate.

Nel 2012 la crisi dello Spread fa crollare il governo Berlusconi e viene chiamato in Italia il “salvatore della patria” Monti. Di nuovo un’attacco speculativo dei mercati contro l’Italia che finisce solo con il “whatever it takes” di Draghi. Gli attacchi speculativi si chiudono grazie all’intervento delle banche centrali.

Infine la crisi del COVID-19, possiamo vedere, per l’ennesima volta, come l’essere in area Euro non ci abbia in alcun modo difesi. In 5 crisi su 5 non siamo stati protetti dall’area Euro”.

La variazione del PIL pro-capite dalla diffusione dell’euro

Variazione del PIL in area Euro dal 2001 al 2021

“Il grafico ci mostra come cambia il GDP reale nell’area Euro. Anche qui notiamo come nell’area Euro si siano verificate delle disparità dal 2021 rispetto al 2001 come cambiamento percentuale.
In 20 anni abbiamo avuto i paesi occidentali del cuore dell’Europa, capeggiati dalla Germania, che hanno avuto una crescita dal 15% al 20%.
Poi abbiamo i paesi del mediterraneo (tra cui la Francia) e infine l’Italia, fanalino di coda. Negare questi dati significa negare la verità”.

La produzione industriale prima e dopo l’euro

La variazione nella produzione industriale prima e dopo l’Euro (in variazione percentuale)

Tutti i paesi dell’area Euro avevano, prima dell’Euro (colonna blu), una produzione industriale che cresceva molto di più in termini relativi. Tutti i paesi hanno perso rispetto a prima, ma alcuni come Germania e Olanda, hanno guadagnato ancora. L’Italia è di nuovo un fanalino di coda con un -17%. Abbiamo distrutto la politica industriale di questo paese”.

Conclusione

A seguito delle famose politiche di austerity (taglio della spesa pubblica e aumento delle tasse): l’Europa è sempre stata al centro delle crisi; Produzione industriale e PIL pro capite viaggiano a velocità diverse a vantaggio dei paesi del Nord e a danno dei paesi del Sud”.
Come possiamo uscire, oggi, da questa situazione?
“.