“La fase storica che stiamo vivendo non è pericolosa, di più!”, con questa constatazione Ugo Mattei introduce gli argomenti trattati nell’incontro organizzato il 9 maggio a Milano per il Comitato di liberazione nazionale (CNL), in un evento pubblico in piazza Sempione. La politica, secondo il giurista, sta vivendo un momento di forte crisi, che l’ha portata ad essere “un puro teatro delle marionette“, che riduce la grave situazione attuale a una scelta tra “il condizionatore e la pace”. L’accademico azzarda un paragone tra gli anni ’20 di questo secolo e quelli del secolo scorso, assumendosi l’intera responsabilità delle sue affermazioni, dal momento che gli stessi poteri starebbero applicando le stesse manovre in modo simile. La guerra in Ucraina ha messo una volta di più in evidenza come le fasce più deboli vengano penalizzate rispetto a quelle più potenti. Civili non versati nelle pratiche belliche sono stati armati e mandati a combattere contro truppe esperte. Mattei conclude ricordando un episodio che ha come protagonista suo nonno, ufficiale durante i tempi della Prima Guerra Mondiale, in seguito alla quale divenuto un pacifista, un militante di Giustizia e Libertà e poi presidente di una sezione del Cln Alta Italia (CLNAI). “In famiglia non faceva altro che ripetere che le guerre servono soltanto ai capitalisti‘.
“La fase storica che stiamo vivendo non è pericolosa, di più! Il dibattito che è in corso in Italia in questo momento, ha il valore culturale ed intellettuale di quello fra due adolescenti nello spogliatoio nello stadio di calcio. Tenete conto che essere ministro degli affari esteri di un paese è probabilmente il mestiere più difficile che si possa immaginare in assoluto. Occorre conoscere la storia, le lingue, la cultura, occorre avere sensibilità politica, tatto, schiena dritta, occorre credere nella libertà del proprio paese. La verità è che oggi la politica si è degradata ad un livello tale da essere diventata un puro teatro delle marionette, anziché essere sforzo nobile e difficile di formazione che richiede il mettersi a disposizione nell’interesse di tutti e, soprattutto, farlo dopo lunghi anni di lavoro e di riflessione. Ciò accade perché questi signori non contano nulla.
Oggi, ci sono signori di una certa età che, in Ucraina, vengono presi e viene dato loro un fucile e mandati a combattere contro dei professionisti, perché non hanno da mangiare. Questo significa obbligare la gente ad andare in guerra, costruire il conflitto, non rispettare l’avversario. Significa semplicemente portare le popolazioni, naturalmente non i figli dei capi, ma i poveri, quelli più deboli, ad andare a crepare per il Capitalismo. Sono andato un po’ di volte a parlare davanti alla comunicazione dominante, nelle varie televisioni, e, come sempre avviene di questi tempi si finisce per essere psichiatrizzati, perché oggi non si parla più di politica ma delle condizioni mentali del tuo avversario. ‘Putin è pazzo’, ‘uno è psichiatrico’, ‘l’altro è mitomane’: è tutta una psichiatrizzazione della politica, che peraltro è una strategia stalinista, che viene messa in campo costantemente per evitare di confrontarsi con i problemi reali. Psichiatrizzare l’avversario fa sì che si faccia a meno di cercare di capire quali sono le condizioni materiali che determinano quei processi.
Siccome io sono stato psichiatrizzato, a costo che ricapiti ancora dicendo che ho ‘uno strano complesso derivante da insoddisfazioni puberali di varia natura’, vi voglio dire una cosa. Avevo un nonno, che si chiamava come me, Ugo Mattei, che era stato un ufficiale e nella I Guerra Mondiale aveva combattuto verso il Trentino e il Friuli, dopo Caporetto, ufficiale di complemento, fugge col suo gruppetto di soldati, mentre la stampa nazionale diceva ancora che a Caporetto avevamo vinto. La propaganda di guerra dice qualunque cosa. In seguito, vengono mitragliati da un aereo austriaco che passa a bassa quota e mio nonno finisce in un fosso sotto una serie di corpi di suoi soldati morti. È vivo! Ma nonno Ugo fa finta di essere morto perché passa un piccolo blindato austriaco per dare il colpo di grazia a quelli che stavano rantolando. Sbirciando, nota che il blindato aveva ruote Pirelli. Dopo la guerra il nonno è diventato un pacifista, in seguito un militante di Giustizia e Libertà e poi divenne il presidente di una sezione del Cln Alta Italia (CLNAI). Raccontava sempre in famiglia ‘Guarda che le guerre servono soltanto ai capitalisti’.
In Italia, la maggioranza del popolo, che fino all’inizio della guerra comunque aveva seguito in qualche modo Draghi, perché arrivano i soldi della resilienza e perché è bravo a prendere i soldi in Europa, quindi gli ingenui, le persone in buona fede, quelli che pensano di fare qualcosa di sinistra se leggono la Repubblica, questo genere di borghesia, sosteneva che bisognasse indossare non una, bensì due mascherine, che chi protestava contro il Green Pass in realtà era un novax e così via. Noi avevamo un’analisi dell’economia politica di quello che stava succedendo. Per chiunque abbia aperto un libro in vita sua, l’operazione Green Pass è evidentemente un passaggio di beni pubblici, in particolare di beni pubblici importanti, come la salute pubblica nelle mani dei privati globali che producono una soluzione vaccinale fasulla. Esattamente la stessa dinamica economica che le privatizzazioni che Draghi ci ha inflitto all’inizio degli anni ’90 e di quelle che continuerà ad infliggerci perché oggi si sta facendo naturalmente un disegno di legge sulla concorrenza”.