Re Carlo Ancelotti tocca quota 63. Venerdì 10 giugno l’Europa calcistica ha festeggiato il compleanno dell’allenatore più in voga del momento. Certo, non è più ragazzino. Ciononostante il suo appeal a livello internazionale è ancora intatto.
Ripercorriamo in breve gli albori della carriera in panchina del tecnico nativo di Reggiolo. Appesi gli scarpini al chiodo all’alba degli anni novanta del secolo scorso, l’aspirante mister Carletto imbraccia le prime armi nella veste di vice dell’allora Commissario Tecnico della Nazionale italiana Arrigo Sacchi. Gavetta pura fino al 1995. A quel punto arriva il momento di camminare da soli. La prima chiamata è quella della Reggiana in Serie B.
La stagione d’esordio sarà trionfale ma l’avvio è da incubo. Gli amaranto nelle prime sette giornate non strappano neanche una vittoria. Ancelotti in bilico, l’esonero è dietro l’angolo. La svolta giunge all’ottavo turno con il tris rifilato al Venezia. Da lì in poi il cammino sarà quasi perfetto con sporadiche cadute che però non compromettono la scalata verso i piani alti della classifica. La certezza matematica del ritorno in A arriva nella sfida sul campo del Verona il 2 giugno 1996. La rete di Pietro Strada vale una stagione intera. Reggiana in paradiso e mister Ancelotti sulla bocca di tutti.
Il capolavoro all’ombra della Basilica di San Prospero vale la chiamata del Parma di Tanzi. Ancelotti è il profilo ideale per la successione di un totem al Tardini come Nevio Scala. Si materializzano due annate complessivamente positive per i gialloblu emiliani. Nel ’96-’97 il 4-4-2 attuato da Crespo e compagni sfiora addirittura lo scudetto chiudendo il torneo a 6 lunghezze di distanza dalla capolista Juventus. Meno esaltante invece la seconda stagione archiviata con un sesto posto in campionato e la sconfitta in semifinale di Coppa Italia al cospetto del Milan.
Il percorso successivo all’avventura in terra emiliano è noto a tutti. Ancelotti porterà in serbo trofei e titoli in quantità industriale. Sor Carlo girerà il mondo pallonaro tra Italia, Inghilterra, Francia, Spagna e Germania. Unica macchia lo scudetto perso al timone della Juventus sotto il diluvio del Curi di Perugia. Nella primavera del 2000 ad esulare sarà la Lazio di Cragnotti ed Eriksson. Poi saranno magie a profusione. Dal Milan al Chelsea passando per Paris Saint Germain, Real Madrid, Bayern Monaco e di nuovo Blancos. Campionati e Champions League vinte come bere un bicchier d’acqua. Carletto da Reggiolo è nella storia.
Alessandro Iacobelli