L’ultima idiozia dell’Occidente è servita: scatta la nuova censura, chi è la nuova vittima innominabile?

Adesso gli autoproclamati professionisti dell’informazione ci segnalano puntualmente che sui carri armati russi è comparsa nei giorni scorsi la lettera O dopo che per molto tempo (come sappiamo) campeggiava la lettera Z. Questa novità naturalmente non è sfuggita ai padroni del discorso, i quali hanno riempito e continuano a riempire intere pagine di giornali aziendali di completamento del rapporto di forza dominante con suddetta notizia. La commentano variamente e non di rado producono le ipotesi vorrei dire più surreali per non dire direttamente demenziali.

Quel che ci preme in questa sede sottolineare è che l’intero Occidente è ormai precipitato in un baratro, in un abisso senza fondo che lo ha già portato da tempo ad essere la cultura del nulla, la civiltà del nichilismo perfettamente realizzato. Ciò non fa che suffragare le preziose e imprescindibili analisi di Federico Nietzsche che nell’Ottocento aveva già teorizzato l’avvento dell’ospite più inquietante: il nichilismo prevedendo, parole sue) ‘La storia dei due secoli venturi’.

La cancel culture è l’esempio più emblematico del nichilismo, dacché in essa si esprime il nulla in cui l’Occidente è precipitato, quel nulla che lo porta a cancellare la propria storia e rimuovere con un colpo di spugna il proprio passato. Il nichilismo, scriveva Nietzsche, è il processo di svalorizzazione dei valori, al termine del quale dei valori non resta più nulla, tutto precipita nell’abisso.

Nei mesi scorsi la lettera Z è stata bandita dai guardiani dell’ortodossia ortografica, il quale l’hanno bandita come simbolo della perfida Russia di Putin e, in quanto tale, degno di essere abolito per decreto. Gli effetti sono stati e continuano a essere palesemente demenziali. In alcuni casi direi pure manicomiali. Adesso potrebbe essere la volta della lettera O, anch’essa posta alle cure pazienti e zelanti dei padroni del discorso, i quali sono sempre più tragicamente simili ai personaggi di 1984 di George Orwell che, come senz’altro ricordate, cambiavano senza tregua la lingua in funzione del potere, lo stesso che usa lingua per poter amministrarci. La prima battaglia è quella delle parole e il primo modo con cui il potere ci domina è quello linguistico. Per questo il potere ha tanta cura nel gestire la lingua. A quanto pare, la barbarie della cancel culture o cultura della cancellazione non risparmia neppure la lingua dopo essersi già battuta ignobilmente sulle statue e sui simboli della nostra tradizione. Ed ecco che allora, gli zelanti guardiani dell’ortodossia ortografica, si adoperano per rimuovere le Z e poi le O, per far sì che ogni pensiero importuno e vagamente difforme sia teoricamente devitalizzato alla radice dacché su tutto il giro d’orizzonte deve regnare ovunque incontrastato il pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto.

Questa fumettistica e demenziale tendenza in cui si esprime il nulla in quell’Occidente precipitato, si fonde virtuosamente con l’altra tendenza del nostro presente. Tendenza in grazia della quale, avendo abbandonato la sacrosanta lotta per il lavoro e contro il capitale, le nuove sinistre fucsia dell’arcobaleno (post moderne e neoliberali), del tutto sovrapponibili alle destre bluette, si impegnano con ardimento nelle nuove rivolte ortografiche e nelle battaglie dell’asterisco. Senza nemmeno più menzionare le asimmetrie dei rapporti di forza del capitale, al quale hanno venduto nel mentre (testa e cuore) i guerrieri dell’arcobaleno, più dell’asterisco, fanno le rivoluzioni ortografiche. Mettono lo Schwa e tolgono le Z e le O. Non possiamo nasconderlo, la situazione farebbe davvero ridere se solo non facesse tragicamente piangere ed è la situazione della quale purtroppo ci troviamo, nel regno del nichilismo compiuto.