Un sistema che aumenta il debito della famiglie, riduce il risparmio delle stesse e il tasso di natalità, è davvero l’unica o la migliore scelta possibile? Appaiono domande non di natura tecnica ma morale. Ritengo che non ci si posso trincerare dietro i tecnicismi dell’economia per impedire un dibattito sulla congruità, anche in termini di equità, delle scelte effettuate. Quanto meno è opportuno saper leggere i dati e conoscerli prima di ritenere che la strada presa, al di là della retorica, sia non modificabile.
Mi rendo conto, girando per motivi di lavoro in diverse parti di Italia, che ci sono persone che mi fermano per la strada dicendomi sostanzialmente che odiavano l’economia, non capendola, e che si sono avvicinati ad essa grazie a me. Questo lo reputo un complimento, il fatto di rendere semplice una materia che solo apparentemente è complicata è un qualche cosa della quale, non dico di andare fiero, ma credo sia semplicemente il modo corretto di porre la questione.
Ci dobbiamo rendere conto che c’è un sistema economico che ha distrutto il reddito delle famiglie, peggiorato il rapporto del debito delle famiglie molto più di quanto non abbia peggiorato il rapporto debito-PIL pubblico e alla fine ha anche ridotto le nascite degli italiani.
La questione da lasciare agli addetti ai lavori che si trinceano dietro tecnicismi, quattro parole inglesi, tre acronimi e due equazioni per far sapere dall’alto della loro pomposa dottrina il fatto che ‘no, voi non vi dovete occupare di queste cose perché siete inferiori e non avete la saggezza e i paramenti’. Ecco, io credo invece che l’economia umanistica che è il modo con il quale io intendo affrontare l’economia, credo che la semplicità che deriva dalle mie origini contadine mi consente di affrontare le questioni per quello che sono. La risposta è no, questo non è né il migliore e tantomeno l’unico sistema economico possibile.
Malvezzi Quotidiani – Pillole di Economia Umanistica con Valerio Malvezzi