La Balanzoni è un simbolo per tutti

Come sapete, nei giorni scorsi la Dottoressa Balanzoni è stata radiata dall’Ordine dei Medici. A parte la gravità di un provvedimento che, con un eccesso di leggerezza, mette fuori dal lavoro una professionista laureata, oltre che in Medicina, anche in Giurisprudenza, l’Ordine dei Medici ha commesso anche un’altra cosa grave, una violazione secondo me, e cioè quella di mettere a disposizione di tutti un’informazione che riguardava la privacy della Dottoressa Balanzoni: la sua malattia. Quindi, sembra quasi che l’Ordine (o gli Ordini, in generale) voglia creare degli esempi per dire: ‘Ecco, questo è quello che vi capita nel caso in cui non doveste ascoltare la predicazione unica’. Ecco, andiamo sempre verso la predicazione unica, verso il suo trionfo.

Del resto, già il 2 giugno avevamo capito che per il Palazzo e per il Sistema i medici sfilavano insieme ai militari, quindi erano parte del loro ‘braccio operativo’. Era stata un’immagine che mi aveva colpito: oltre al personale della Croce Rossa, che da sempre sfila durante la parata del 2 giugno, anche i medici e gli infermieri civili sono stati messi a disposizione della grande parata come, ripeto, a voler sottolineare l’importanza che hanno dentro la predicazione, di cui l’Ordine dei Medici si fa grande sacerdote.

L’importante è dare etichette

Quello che preoccupa è la volontà, che a quanto pare non viene mai messa in discussione, di allungare, consolidare e addensare un pensiero unico. Vale per tutto quello che abbiamo visto circa l’emergenza Covid (di cui, prima o poi, mi auguro avremo a disposizione almeno un po’ di dati per squarciare il muro di gomma attorno a questa fase emergenziale, che forse si ripeterà visto che è già partita l’emergenza Omicron col pallottoliere dei contagi e con le solite cose che ormai conosciamo a memoria), ma anche per l’emergenza guerra, che è un altro modo per predicare lo stesso verbo, la stessa narrazione. E varrà tutte le volte in cui ci sarà un’emergenza che occluderà un punto di vista diverso. È impossibile avere un punto di vista diverso altrimenti sei ‘no-vax’, amico di Putin e un domani chissà di chi altro. L’importante è dare delle etichette e magari non consentire di portare al voto quelle forze che si stanno caratterizzando per essere anti-sistema, di opposizione vera.

Emendamento-tagliola per i partiti “ribelli”

Hanno approvato recentemente un emendamento che di fatto costringerà soltanto i partiti più ribelli, quelli neonati e più forti sul fronte anti-Draghi, a dovere raccogliere le firme in tutte le circoscrizioni. Il che è veramente una fatica immane. Non so se la democrazia debba subire queste limitazioni, soprattutto alla vigilia dell’elezione di un nuovo Parlamento, totalmente inedito e che mai nella sua composizione numerica era così caratterizzato. Mi domando allora se il Capo dello Stato avrà voglia di mettere un po’ la testa sulla tenuta della democrazia di questo Paese. Altrimenti è inutile riflettere e aprire dibattiti sull’astensionismo: l’astensionismo c’è quando la gente capisce di essere già stata messa ai margini, quando il popolo sovrano, che non è più ‘sovrano’, viene cacciato nella periferia della democrazia.

La Pietra di Paragone | Tutti i giovedì su radioradio.it