La pandemia ha messo in evidenza diverse carenze tra le quali figurano quelle del sistema sanitario e dell’organizzazione del personale medico. È sembrata venir meno la possibilità dei medici di poter dissentire dalle indicazioni e di poter esercitare la professione secondo il loro personale giudizio. Il famoso protocollo – che sembra essere diventato legge scritta su tavole di pietra – in taluni casi ha limitato i medici impedendogli di poter interpretare e intervenire secondo il giuramento d’ Ippocrate.
Parlano i medici finiti sotto lente d’ingrandimento per non aver seguito le linee guida. Il dott. Stramezzi è stato sospeso dall’Ordine mentre il dott. Barbaro dovrà difendersi davanti all’Ordine dei Medici il 9 giugno.
Come dice il filosofo Diego Fusaro partecipe, oltre al Dott. Andrea Stramezzi e al Dott. Giuseppe Barbaro, in diretta: “L’obiettivo del medico, direbbe Aristotele, è quello di produrre come causa finale la salute del paziente. Qui abbiamo dei medici che hanno prodotto la salute del paziente e vengono però trattati come dei delinquenti perché hanno disatteso il protocollo”.
Stramezzi: “Ho aiutato persone abbandonate”
“Quando ci siamo laureati non esistevano le linee guida, i protocolli, sono stati inseriti negli anni ’90. A noi hanno insegnato a fare il medico, a ragionare. Quindi noi non possiamo non ragionare.
Quando io andavo nelle case, la gente era terrorizzata e aveva paura di morire, si sentivano totalmente abbandonati. Tu andavi a casa da loro, gli toglievi la sofferenza, gli davi fiducia, li guarivi…e vieni punito”
Barbaro: “Significa negare la professione stessa”
“Per quanto riguarda me – perché io devo essere giudicato per l’applicazione del principio di precauzione, che fa parte della buona pratica clinica – una sanzione a questo proposito rappresenterebbe un precedente di una gravità estrema perché verrebbe praticamente a sancire il principio per cui il medico nella sua professione deve essere condizionato dalla volontà politica, il che significa negare la professione stessa, rinnegare il codice deontologico ma ridisegnare la figura del professionista in una maniera assolutamente diversa per come ci è stata insegnata.
Il triste sarà la nuova generazione che sarà formata in funzione della politica e che quindi come tale non considererà più l’essere umano come tale ma lo considererà come un QR code così come praticamente viene imposto dalla politica. Uscir fuori una sanzione per chi applichi il principio di precauzione e informi il paziente di potenziali rischi per un farmaco sperimentale significa ridisegnare completamente la figura del medico. Lo stesso non è più un medico ma un burocrate dipendente dalla politica”