Due impressioni due, con un fondo di amarezza e un paio di digressioni ironiche, com’è d’uopo in questo periodo di afa annichilente e ombrelloni spianati…ah, no, quelli sono i fucili per il fermo di Bakayoko, scusate; aperti, volevo dire, come rifugio di noi pescatori. Peccatori no, perché aspettiamo il fresco.
Complimenti, prima che ce ne dimentichiamo, alla stampa canadese, che ride di cuore alla “battuta” dell’ex juventino che dice – Per me Giorgio Chiellini è un fratello ma gli farò gol! –
Dunque, dicevamo, riflessioni: la conferenza di Bernardeschi a Toronto. – Ma che nun c’hai un c…. da fà? – starà pensando più di un lettore. Non proprio; ma a parte il look, simil damigella precettata per un rito nuziale, colpisce il fondo della questione: il sorriso di chi è realmente soddisfatto – e vedi un po’, visti gli emolumenti degni di una professoressa di corsiv(i)o – di andare a vivere una tranche fondamentale della propria carriera, ossia quella della fase che si avvicina al giro di boa dei trent’anni, in un calcio periferico, per quanto munifico. Già sento in lontananza l’eco di chi parla di esperienza di vita: riprovate a ottobre, oggi fa davvero troppo caldo per reggere l’urto.
Bernardeschi, come Insigne, hanno fatto una scelta legittima e comprensibile, anche perché oggettivamente vantaggiosa dal punto di vista economico. Però possibile che il giudizio debba restringersi a questo, parlando di due nazionali Campioni d’Europa un’estate fa? Possibile che non si debba o possa provare malinconia nel considerare che, in assenza di offerte pesanti dalle big del continente, non abbiano avuto la “fame” di voler continuare a dimostrare il proprio valore in qualche compagine di Serie A di fascia medio alta o in qualche club di livello medio in Liga, Premier o Bundesliga? Quando si parla di soldi, nessuno di noi è Bambi e aggiungerei che nessuno è innocente, perlomeno a livello di ragionamenti. Però forse assistiamo a un capovolgimento dei termini della questione, negli ultimi tempi: attraverso la realizzazione delle massime ambizioni possibili si raggiungeva il massimo dei guadagni, prima; ora il massimo dei guadagni coincide con il raggiungimento delle ambizioni.
E allora ci perdoneranno per il cinismo i vari Insigne e Bernardeschi, come gli altri che si aggiungeranno, se cominciamo a pensare che la cosa sorprendente sia stata la vittoria dell’Europeo, non la seconda eliminazione di fila dalla Coppa del Mondo. Perché a volte si arriva alla frutta anche prima della Macedonia.
Paolo Marcacci