Qualche giorno fa, in particolare il 3 luglio del 2022, sulla Gazzetta del Mezzogiorno è comparsa una curiosa intervista. Un’intervista che, a ben vedere, avrebbe meritato più diffusione rispetto a quella che ha concretamente ricevuto. Un’intervista che può apparire rivelativa, dacché mostra tutta una serie di contraddizioni nella carne viva della società che dovrebbero essere prese come oggetto di riflessione. Questo è il titolo dell’intervista al Dott. Crisanti, uno dei protagonisti della stagione virologica e del nuovo ordine pandemico. Il Dottor Patavino è stato davvero uno dei più interpellati, una vera e propria star del firmamento mediatico della tribù virologica.
L’intervista sulla Gazzetta del Mezzogiorno così titola: ‘Crisanti lancia l’allarme contagi: vaccinati più sensibili al virus‘ e nel testo dell’intervista così leggiamo: ‘Senza dubbio è così, c’è un’ampia oscillazione dovuta a una variante insidiosa che colpisce anche i vaccinati che, con il passare dei mesi dall’ultima dose, ora sono più suscettibili. Sottolineo: questa variante è più infettiva per i vaccinati e gli stessi sono meno protetti’. Queste le parole del Dott. Crisanti riportate con attenzione dalla Gazzetta del mezzogiorno. I soliti precettori illuminati spiegheranno con zelo, al gregge in cerca della sua immunità, che anche questo è perfettamente normale e che, chi osi dubitarne, è necessariamente un terrapiattista che deve essere ostracizzato e silenziato, messo ai margini. Insomma nessun dubbio per favore, la scienza ha parlato e chiunque osi in qualche modo dubitare del suo verbo deve essere allontanato, messo a tacere. Qualcuno diceva che anche con l’infame tessera verde i contagi non diminuivano e anzi circolavano ancor più liberamente, era silenziato come un negatore delle sacre ragioni della scienza e adesso chissà cosa accadrà a chi noterà, con le parole di Crisanti, che i vaccinati sono ancor più sensibili al virus.
I benedetti con il santissimo siero sarebbero meno protetti e dunque cosa dire di questo ciclo costante di benedizione? Come fare a non mantenere un atteggiamento critico rispetto all’obbligo vaccinale per tutti indistintamente? Come fare a non vedere che le vaccinazioni ininterrotte non ci portano fuori dall’emergenza ma sono anzi una parte integrante dell’emergenza stessa, divenuta ormai da tempo nuova normalità? Una nuova normalità che si basa appunto sulle misure dell’emergenza dilatate potenzialmente in eterno e dunque, sul ripetersi incessante di sempre nuovi cicli di benedizione con il santissimo siero. Quasi come in un’etica pandemica more geometrico dimostrata, ogni nuova variante per definizione la penultima e la più contagiosa e, naturalmente (caposaldo fondamentale) la salvezza è sempre una dose più in là. Ogni nuova dose protegge temporaneamente ma poi è destinata a essere sostituita dall’arrivo di una nuova dose e così potenzialmente all’infinito.
Come si fa a non vedere che lo scopo ultimo delle vaccinazioni non è di tipo medico scientifico? Con questo non sto dicendo che non vi è una tale funzione, dico che la vera ratio sta altrove: nel profitto delle case farmaceutiche, nell’introduzione di un modello di sorveglianza più politica panottica, basata sulla sorveglianza sopra e sotto la pelle dei cittadini ridotti a sudditi. Costretti anche poi (in maniera connessa) all’uso dell’infame tessera verde o Green Pass, come lo chiama la neolingua smart del mercato. Green pass non è una misura medico-scientifica, essendo invece una misura stripto senso politica-ideologica, di controllo totale e totalitario, proprio come noto in una distopia di ordine orwelliano o huxleyliano.
Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro