Governo in bilico ▷ Rinaldi: “A Bruxelles c’è il Partito di Draghi, ma siamo stanchi dei tecnici”

La resa dei conti si avvicina. Il MoVimento 5 Stelle nella giornata di ieri ha deciso che non voterà la fiducia al DL Aiuti, prevista oggi al Senato, e uscirà dall’Aula. “Non siamo disponibili a concedere cambiali in bianco, le dichiarazioni di intenti non bastano”, ha fatto sapere Giuseppe Conte. Per Mario Draghi, quindi, l’esperienza di Governo potrebbe essere giunta al capolinea. “Il decreto andrebbe fatto perché altrimenti neanche quel poco che prevede arriva agli italiani. In ogni caso, credo che se i pentastellati si sfileranno, Draghi andrà da Mattarella e ne trarrà le conseguenze, sbrigando solo gli affari correnti in vista delle successive elezioni”, ha dichiarato l’Onorevole Antonio Maria Rinaldi, Europarlamentare della Lega.

“Premesso che io non sono un fan di questo Governo e che per noi governare con il PD è un elemento di fastidio, vista la situazione in cui versava l’Italia si rendeva necessario un Governo di unità nazionale, per questo siamo entrati. Tuttavia, se si prendono altre iniziative che non fanno parte dell’accordo iniziale, come per esempio lo Ius Scholae, questo non ci sta bene. Faccio un esempio: se riproponessimo un tema molto caro alla Lega come il DL Sicurezza, a sinistra farebbero il pandemonio, contestandoci il fatto che non fosse una misura presente nell’accordo iniziale. Ecco, noi sostanzialmente diciamo la stessa cosa: perché mettere in mezzo delle cose che non hanno nulla a che fare con l’emergenza di questo momento?.

Se non ci fosse stata la Lega al Governo, tante cose sarebbero rimaste nelle mani del PD. D’altronde, abbiamo visto che anche il MoVimento 5 Stelle si è appiattito sulle posizione dei dem. Poi adesso c’è stato un rigurgito (dovuto al fatto che anche la base si è rivoltata), che ha dato origine alla scissione che conosciamo. La prova di quello che dico è che quasi in tutta Italia, alle amministrative, hanno fatto perlopiù accordi con il Partito Democratico. Se non ci fosse stato il contraltare della Lega, avremmo visto di tutto e di più. Per questo abbiamo la coscienza a posto, anche se ci siamo sacrificati. Strillare è facilissimo, ma non serve a nulla: soltanto se ci stai dentro e ti sporchi le mani riesci a ottenere qualcosa. E noi, orgogliosamente, possiamo dire che qualcosina l’abbiamo ottenuta. È chiaro che per poter ottenere qualcosa abbiamo mandato giù dei rospi che ancora ci stanno di traverso, ma almeno abbiamo fatto qualcosa di più per il nostro Paese. Se fossimo stati all’opposizione che avremmo ottenuto? Zero, non avremmo toccato palla.

Sicuramente Draghi dal punto di vista tecnico merita rispetto. Mi riferisco a quando era Governatore della Banca Centrale Europea o a capo della Banca d’Italia. Ma dal punto di vista politico, ha dimostrato di non avere le stesse capacità. In Italia abbiamo disperatamente bisogno non più di questi benedetti tecnici, bensì di politici eletti dal popolo perché, ricordiamolo, la sovranità appartiene al popolo. In tutto il mondo funziona così, non capisco perché in Italia c’è questa moda che deve andare il tecnico, quando poi il tecnico non va bene. A Bruxelles avvertono la paura di una possibile caduta del Governo Draghi, d’altronde è stato chiamato proprio come garante, come se l’Italia avesse bisogno di garanti perché altrimenti non è in grado di gestirsi autonomamente. Qui c’è il ‘Partito Draghi’ perché altrimenti ci sarebbe un Presidente del Consiglio italiano eletto dal popolo, cosa che viene vista con orrore e schifo”.