L’omaggio a Montagnier
“The Real Anthony Fauci” questo libro l’ha scritto Robert F. Kennedy Jr. e me lo ha consegnato ieri attraverso una ambasciata.
Un libro a cui tengo particolarmente intanto per il certificato di autenticità e per la dedica e poi perché me lo ha regalato in un giorno particolare: ieri abbiamo omaggiato il prof. Luc Montagnier e lo abbiamo fatto con amici, con medici (quindi i colleghi del prof. Montagnier).
Tra gli amici ringrazio particolarmente Suzanne Mcdonnel che è la compagna che ha portato e ha accompagnato il prof. Montagnier a Milano e ieri insieme all’avvocato Vigni abbiamo guardato il telefonino, abbiamo guardato le immagini e i video che ancora conserviamo di quando abbiamo suonato insieme il pianoforte. Quella tre giorni di Milano non è stato soltanto il grande evento che sicuramente voi ricorderete ma è stato anche un momento di intimità, di amicizia, di un confronto sereno. Non posso che ringraziare il prof. Bizzarri, il prof. Frajese, il prof. Barbaro perché insieme abbiamo cercato di togliere tutte quelle sporche etichette denigratorie, classiste, discriminatorie che hanno appiccicato addosso al prof. Montagnier.
Il titolo era provocatorio: Montagnier aveva ragione. Quando alla fine del convegno sono arrivati i giornalisti, tutti hanno subito iniziato a dire “ma su cosa aveva ragione? Quali dati avete mostrato?”. Lì ho capito che il giornalista e il giornalismo (fatto così) non capisce la grande lezione. Noi, con quel titolo, cosa volevamo dimostrare? Volevamo dimostrare che Montagnier aveva ragione in un qualcosa che era molto più dei dati. Montagnier aveva ragione quando diceva: “se la scienza, se lo scienziato si nasconde dietro la sua pseudo-verità quando ha paura di confrontarsi con gli altri, allora non è più scienziato, è una altra cosa”. La differenza tra Big Pharma e la ricerca è altro. Big Pharma non insegue la ricerca che deve produrre una guarigione, un benessere. Big Pharma diventa la società quotata in borsa che gioca dentro le dinamiche.
Ad un certo punto domando a Vanni Frajese: “Perché Montagnier faceva così paura?”. La risposta: “Faceva paura perché Montagnier non aveva paura“. Non aveva paura di confrontarsi con gli altri. Non aveva paura perché la parola attraverso la quale hanno generato e si sono rafforzati delle loro convinzioni (della loro falsa predicazione) era la paura. Hanno generato la paura. Il presidente del Consiglio Draghi, in una conferenza stampa in cui diceva “chi non si vaccina muore e provoca la morte degli altri”, stava montando (stava addensando) una paura: scaricava addosso gli italiani l’idea di dover avere paura e quindi non c’era nient’altro che il rimedio del vaccino. Ancora, le parole di Enrico Letta diceva “il vaccino è libertà, il vaccino è lavoro, il vaccino è attività ricreativa”, sembrava che tutto fosse veicolato da questo vaccino. Perché oggi, a distanza di tempo, non riprendiamo quelle parole, non le rimisuriamo? È adesso il tempo. È il tempo per esempio della campagna elettorale.
Le elezioni di settembre
Arrivo all’altra questione strettamente legata. Se Big Pharma ha paura di confrontarsi sui dati, se il governo ha paura di confrontarsi su quello che ha fatto: adesso la paura aumenta, aumenta il muro che sono costretti a costruire. Faranno di tutto per evitare che delle forze antagoniste possano presentarsi alle elezioni e laddove riuscissero a farlo è perché hanno superato le fatiche d’Ercole. Che razza di democrazia è quella in cui devi porre dei limiti, degli ostacoli, per arrivare a giocare la partita (la stessa partita che giochi tu)? Tu non vuoi che la possiamo giocare noi. E la chiami democrazia? Le chiami libere elezioni democratiche? Dov’è il Capo dello Stato? Lo abbiamo interpellato anche ieri. Ho fatto richiesta di incontro, tentando in qualche modo di avere una risposta: queste sono veramente libere elezioni?
Lo abbiamo domandato (di nuovo) anche al ministro Lamorgese. Niente. Nessuno vuole ascoltare. “Le faremo sapere”. “La chiameremo dopo”. La verità è che nessuno vuole sapere, esattamente come agli hub vaccinali nessuno voleva ascoltare e allora non ci sarà il confronto. C’è la negazione del confronto. Hanno paura e noi, per forza di cose, giocheremo il tempo della campagna elettorale per dire “non ci venite a raccontare altre bugie, se non ci saranno delle forze come la nostra o come quelle degli altri a cui auguro tutto il bene”. Assolutamente. Io sono contento delle nuove formazioni: se siamo in tanti li accerchiamo, se invece siamo in pochi pensiamo di usare soltanto una tattica. Ma se siamo in tanti li accerchiamo. Perché il problema non siamo noi, il problema sono loro e dobbiamo smontare la predicazione che adesso cominceranno a fare, la predicazione per cui Salvini dirà: “Ma noi nel programma metteremo la contrarietà all’obbligo vaccinale”. “L’avevi già messa prima, come quando prima andavi con le felpe “no euro” e poi hai votato il Governo Draghi”, il governo più europeista, con un ministro dell’economia che si chiama Franco. Basta balle. Cosa ci verrai ancora a raccontare? La balla della flat tax? Non puoi, basta. Hai votato queste cose. “Dirai che non sarai più disponibile ai green pass?”. “Intanto a noi stanno arrivando le multe per l’obbligatorietà vaccinale che tu hai votato”. Le multe ci stanno arrivando, i soldi da pagare ci stanno arrivando.
Non potete pensare che dimenticheremo tutto, no. Ci sarà una vendetta politica e di questa vendetta voi avete paura, per questo state facendo di tutto per evitare che siano delle libere elezioni democratiche.
La Pietra di Paragone