Quattro ore non sono bastate per riportarlo in vita. Shinzo Abe, il premier più duraturo della storia del Giappone dalla Seconda Guerra Mondiale, si è spento a 67 anni sotto dei colpi di armi da fuoco mentre teneva un comizio elettorale nella regione di Nara, nel centro-sud del Paese, a sostegno del candidato liberaldemocratico alle elezioni della Camera alta del 18 luglio. “Due ferite hanno provocato due diverse emorragie, abbiamo cercato di bloccarle, ma la situazione era molto critica”, ha dichiarato l’ospedale. A causarne la morte, due ferite sul collo e un proiettile che ha raggiunto il cuore. A nulla sono valsi gli sforzi di oltre venti medici per tentare di bloccare l’emorragia.
La polizia nipponica ha subito fermato un sospettato, Tetsuya Yamagami, 41 anni, che secondo la televisione pubblica, Nhk, avrebbe confessato. L’attentatore, come riportano le forze dell’ordine, si è detto “insoddisfatto per l’operato dell’ex capo politico, ho mirato per ucciderlo”, salvo poi escludere il movente politico. L’abitazione dell’uomo, adesso, è sotto sequestro. Secondo Fuji Tv, Yamagami lavorerebbe nell’autodifesa marittima della Japan Self-Defense Forces. Un militare, dunque. Alcuni testimoni sostengono di aver visto l’uomo avvicinarsi all’ex premier durante il comizio. Prima, un colpo a vuoto, poi quello mortale: Abe stramazza a terra e non dà segni di vita. Subito dopo, l’assalitore avrebbe tentato la fuga per poi essere fermato dalla polizia.
Era chiamato “l’amico degli Stati Uniti” da quando i suoi studi in Scienze politiche lo avevano portato fino in California. Da lì, un rapporto particolare con Washington che avrebbe segnato i suoi due mandati da Premier, prima dal 2006 al 2007 poi dal 2012 al 2020. Dopo il 2007, era tornato con una nuova idea economica per il suo Paese: l'”Abenomics” e la “strategia delle tre frecce”, ossia spesa pubblica, allentamento monetario e riforme economiche.
Non correva buon sangue tra Pechino e Tokyo sotto Shinzo Abe. Tanto che l’ex Primo ministro aveva recentemente chiesto agli Stati Uniti di rivedere i propri rapporti con la Cina, soprattutto in relazione a Taiwan, che secondo Abe rischiava di subire un’invasione da parte del Dragone.
Angelica Migliorisi
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