Zidane al Real Madrid per rifondare la Juventus. Questo fu il diktat perseguito dai piani alti della dirigenza bianconera nell’estate del 2001. Luciano Moggi in cuor suo non aveva dubbi e i fatti, almeno in parte, gli daranno ragione.
In verità quella sessione del calciomercato allontanerà dal Delle Alpi altre firme di spicco come Pippo Inzaghi (che sposa il Milan) ed il portiere olandese Van der Sar. La rivoluzione si completa con l’addio di Carlo Ancelotti in luogo del cavallo di ritorno Marcello Lippi. Mesi turbolenti nelle stanze di Corso Galileo Ferraris. Sarà l’alba di un nuovo esaltante ciclo della Vecchia Signora. Lo scudetto perso all’ultimo respiro sotto il diluvio di Perugia aveva aperto una ferita insanabile.
Zidane è senza dubbio la ciliegina su una torta molto cara. Il club bianconero è disposto a sedersi al tavolo di eventuali trattative ma a prezzi da urlo. L’unica squadra al mondo in grado di sborsare cifre da capogiro è il Real Madrid. Il patron dei blancos Florentino Perez non si lascia pregare e contatta subito Moggi e soci. La trattativa si chiude in tempi relativamente brevi. Con 150 miliardi di lire sul piatto tutto diventa più semplice e fluido. L’intesa si materializza tra le parti, con il giocatore francese che a più riprese aveva caldeggiato il possibile trasferimento in Spagna.
Per capire a fondo i connotati di quell’affare ecco un retroscena raccontato dallo stesso Luciano Moggi in un’intervista rilasciata a Juventibus: “Misi Zidane fuori dallo spogliatoio dopo la partita con l’Atalanta. Premeva per andare in Spagna. Gli dissi di riferire a Florentino Perez che non lo avrei ceduto. Così Perez capì che per averlo doveva darmi una cifra a cui non aveva mai pensato“. Addio ai sentimentalismi dunque per un calcio che già 20 anni fa strizzava l’occhio al mero business.
Alessandro Iacobelli