Per capire quello che succede al prezzo del gas bisogna guardare soprattutto alla la borsa di Amsterdam, dove nasce il Title Transfer Facility (TTF), ossia l’indice di riferimento del gas europeo. Perché? A spiegarlo, Sergio Giraldo, giornalista de La Verità, esperto di energia: “L’Olanda storicamente è un Paese dedito al commercio, quindi tutto ciò che si commercia in Europa (o quasi) passa da lì. Quindi quando questo piccolo mercato nel 2003 è stato preso come sviluppo del mercato europeo, gli olandesi erano contentissimi“.
Adesso le fibrillazioni su questo mercato non sono certo esigue, complice anche la guerra in Ucraina. E le nostre bollette, come ormai è evidente, ne risentono. Ma di chi è la colpa? Giraldo spiega che “una deputata norvegese ha scritto al Ministro norvegese dell’Energia dicendogli: ‘Noi stiamo facendo un sacco di soldi, non è che possiamo abbassare il prezzo, mettere un prezzo fisso così aiutiamo i nostri amici europei?’. Il Ministro ha risposto in questo modo: ‘I contratti a lungo termine con l’indicizzazione (che erano quelli che c’erano fino a qualche anno fa e che davano prezzi bassi o comunque ragionevoli) non sono stati più desiderati dall’Unione europea negli ultimi vent’anni. L’UE ha beneficiato dell’instaurazione di un mercato spot con la concorrenza piuttosto che favorire gli storici contratti a lungo termine. Il problema è che la concorrenza non funziona perché non c’è: non ci può essere concorrenza quando i fornitori sono tre o quattro e uno dei quattro fa il 50% del mercato. Il problema quindi nasce a Bruxelles“.