Elezioni: le proposte da valutare mentre gli altri applaudono chi tra un mese li prenderà in giro

In attesa che arrivi Cetto La Qualunque a fare il suo programma elettorale, inciampo quotidianamente in telegiornali o giornali nei quali trovo programmi di valore estremamente elevato, fatti da grandissimi statisti: c’è, per esempio, quello che mi dice “dobbiamo lavorare tutti 36 ore”; quello che dice “dobbiamo fare il ponte sullo stretto di Messina” (una cosa che viene tirata fuori tutte le elezioni); e quello che mi racconta la favola del lupo, ovvero che la soluzione per l’Italia è piantare un milione di alberi inventandosi ambientalista.

Nella logica della comunicazione questo è il modo di prendere per il c**o gli elettori, cioè farli andare a mettere una firma in un’urna funeraria nella quale l’unico vantaggio è che non costa nulla farlo.

Le 10 proposte economiche

Io vi dico invece che, al di là dei tre principi che ho stabilito (tre questioni fondamentali di cui si dovrebbe occupare uno statista), oggi ci sono 10 proposte economiche che farei. So benissimo che cadranno nel vuoto, ma non importa perché qualcuno dei miei lettori magari invece di applaudire a questi signori che vi prenderanno in giro tra un mesetto potrebbe valutare se queste cose abbiamo un senso.

Le mie proposte di tipo economico (che trovate su “Le mostruose bugie dell’economia. Dette perché l’ignorante rimanga schiavo”) sono:

Abolizione del modello di banca universale: la questione per cui le banche possono essere sia banche di prestito alle famiglie e imprese sia banche di investimento. Questa è la questione numero uno della speculazione finanziaria mondiale;

Ridare centralità al Ministero del tesoro, al controllo del tasso di interesse come strumento sovrano, al controllo dei costi della moneta. Oggi lo Stato italiano emette i titoli con un meccanismo detto di aste marginali al prezzo peggiore per lo Stato stesso;

La riforma della Banca d’Italia: deve tronare ad essere pubblica;

Cambiamento del modello di debito: si devono andare a cambiare 4 livelli di debito (quello pubblico, quello delle imprese, delle banche e delle famiglie);

La difesa del risparmio, perché è sancita in costituzione;

L’incentivo al risparmio: il che significa rimettere delle manovre di reimmissione del risparmio a sostegno delle imprese;

Gestione delle situazioni di emergenza, di tutti i disastri del sistema bancario (soprattutto imprenditoriale) di cui non parla nessuno;

Identificazione delle responsabilità: Governo, CONSOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa) e Banca d’Italia vanno messi alla prova;

Abolizione del concetto di Bail-in: la negazione del principio del salvataggio cosiddetto “di dentro” (di cui molto si è parlato negli ultimi anni);

Azzeramento del concetto di Bail-Out, un problema che riguarderà il risparmio delle famiglie.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi