Il prezzo del gas ha raggiunto cifre ormai da record. Soltanto un anno fa il gas veniva pagato sul mercato internazionale ben 10 volte meno. La questione – lo sappiamo bene – è decisiva per la tenuta dell’ordine economico interno dello Stato repubblicano. Il vorticoso innalzamento dei costi, infatti, si riflette in termini immediati sul costo dell’energia elettrica, il cui pagamento alle famiglie e alle imprese si calcola e viene da subito preteso in bolletta. L’energia, inutile dirlo, è un fattore critico per la tenuta dell’ordine economico nazionale, in quanto incide sulla capacità di lavorare e produrre da parte delle imprese. Ma è un fattore critico anche per la tutela dell’ordine pubblico, considerate le possibili ricadute sia in termini di protesta che di tensione sociale che possano scaturire da chiusure di imprese, sospensione di cicli di produzione e licenziamenti di massa. Il gas in Italia è la fonte energetica dominante nel mix della generazione elettrica, quindi l’aumento del costo di approvvigionamento è suscettibile di determinare le forti ricadute appena citate.
Bene, l’escalation dei prezzi di tale fonte energetica non è giustificata dal reale andamento del mercato e questo è importante sottolinearlo: il gas che arriva via gasdotto da Gazprom (ossia dalla Russia) non è aumentato di prezzo. La guerra russo-ucraina, le sanzioni economiche, l’assurda condizione di co-belligeranza del nostro Paese con i rincari registrati negli ultimi mesi non ha nulla a che vedere. L’aumento infatti riguarda una fase di distribuzione successiva a quella della vendita del gas da parte delle imprese dei Paesi produttori. Quindi l’impennata vorticosa si registra in quella fase nella quale il combustibile viene rivenduto all’ingrosso dagli intermediari: è in quella fase che i profitti, negli ultimi mesi, hanno finito per incidere da 10 a 15 volte sul prezzo praticato all’origine dal Paese produttore. Ne consegue che coloro che, quali intermediari, comprano direttamente il combustibile dal produttore (che potrebbe essere la Gazprom o qualsiasi altra compagnia russa) non pagano di più dell’anno scorso, nonostante la guerra. E questo va sottolineato. Coloro però che acquistano le forniture di gas, allorquando rivenduto dagli intermediari, lo pagano invece 10 volte di più.
Quindi, il meccanismo appena descritto è generato da manovre di matrice chiaramente speculativa. La quota di gas, infatti, che veramente è aumentata di prezzo è soltanto quella che si vede sul mercato TTF dei derivati di Amsterdam per decisione politica, dove arrivano, però, le forniture di gas liquefatto importate non a mezzo gasdotto ma via mare dagli Stati Uniti. Alla luce di tutto questo e di tante altre cose che sono emerse, io ho deciso di procedere con un esposto alla Procura di Napoli, che intendo portare personalmente, anche se spero di poter procedere nelle prossime ore con l’ausilio dell’intero partito Italexit, con cui sono candidato alla Camera dei Deputati. E chiederò alla Procura di valutare, di disporre il sequestro con finalità probatoria di documentazione contabile e, in particolare, dei contratti di acquisto e vendita stipulati dagli intermediari nello specifico settore sul territorio nazionale. Tutto questo al fine di verificare se il rialzo dei prezzi attuale possa considerarsi congruo e giustificato dall’effettivo andamento del mercato, o se siamo di fronte a veri e propri reati.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo