L’oscuro meccanismo dei gatekeeper: il M5S ha trovato gli ingredienti per l’operazione perfetta

Le operazioni di gatekeeping, come nascono? Come riconoscerle? Per spiegarlo utilizzerò come parametro il Movimento 5 Stelle: dovevano cambiare il sistema e si sono perfettamente integrati nel sistema, sono stati una stampella del sistema in diversi Governi poi hanno rotto le acque e i principali membri o leader di quel direttorio si sono andati a piazzare dentro quel sistema.

Questo ha causato danni enormi alla causa anti-sistema. Siete giustamente tutti quanti scettici, siamo tutti quanti demotivati, disillusi. E ha creato anche un grosso danno al Paese perché ovviamente quando finalmente stavano nascendo delle energie tra il popolo, la voglia di rivalsa, la voglia di rivoluzione, tutto questo è stato soffocato da un Movimento che si era proposto per portare avanti le istanze degli ultimi contro il sistema dominante e invece tutto è stato fatto a favore del sistema stesso, quindi questa è un operazione del M5S.

Quali sono le caratteristiche delle operazioni di gatekeeping? Per essere di successo, un’operazione del genere ha bisogno di alcuni ingredienti fondamentali. Il primo è che i personaggi scelti per andare potenzialmente all’interno dei Palazzi (per ricoprire la cariche di parlamentari, senatori, deputati o in futuro anche incarichi governativi) devono essere scelti tra persone che non hanno assolutamente nessuna conoscenza di quale sia il sistema da combattere, di quale siano le logiche dei poteri forti, di quali siano i reali motivi dietro la crisi economiche. Questo è fondamentale: non devono, nella maniera più assoluta, essere personaggi esperti del sistema che dovranno alimentare in maniera inconsapevole, almeno nella fase iniziale; poi ovviamente vengono assorbiti dal sistema stesso e lì decidono se continuare (come ha fatto per esempio Di Maio) e quindi integrarsi totalmente del sistema oppure capire che c’è qualcosa che non va e abbandonarlo come ha fatto qualcuno.

Quindi la prima cosa è far capire alla gente che si sta portando nei Palazzi delle persone comuni: il famoso ‘uno vale uno’. Quindi ci troviamo improvvisamente il personaggio che da venditore di bibite allo stadio diventa addirittura Ministro degli Esteri. Sto parlando di tutti lavori dignitosissimi, quindi non entrate nel merito del lavoro: il venditore di bibite è un lavoro dignitosissimo, ho molto rispetto per chi lavora, però ovviamente dal venditore di bibite alo stadio non ti aspetti che diventi Ministro degli Esteri dopo qualche anno senza alcuna formazione, senza nessuna conoscenza del sistema.

Questo è il gatekeeping, di questo ha bisogno: di far credere che i stiano portando all’interno persone comuni e invece si selezionano persone che non hanno conoscenza del sistema e non hanno alternative professionali.

Passiamo alla base, non a chi dovrà essere eletto per avere cariche del genere, ma a chi invece porterà voti alimentando e permettendo a un movimento nato all’interno di un’operazione di gatekeeping di poter emergere: i famosi elettori. Gli elettori devono avere una caratteristica: non devono essere formati contro il sistema. Devono immaginare che il nemico da combattere sia lo spreco delle auto blu, che il problema del Paese siano i vitalizi dei parlamentari, che il problema della crisi economica sia il fatto che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, che la grande piaga del Paese – quella che porta a un debito pubblico altissimo – sia la spesa pubblica, sia il debito pubblico: queste sono le cose che vengono spiegate come mantra a chi fa parte della base di elettori di movimenti che dovranno supportare inconsapevolmente, in buonissima fede, operazioni di gatekeeping.


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