Stavolta la bacchettata ci vorrebbe fisicamente, e non solo metaforicamente, forte sulle nocche dei maleducati, rozzi, volgari e anche di quelli che “soffrono” della sindrome da impunità da stadio. Avrete già capito che parliamo di Fiorentina-Napoli, non dei suoi contenuti tecnici, ma per quanto ha riguardato Luciano Spalletti. Per tutta la partita l’allenatore azzurro è stato vessato e bersagliato da insulti anche a sfondo parentale. Come lui stesso ha sottolineato, questa non è soltanto retorica, questi insulti sono stati proferiti da persone grandi che avevano accanto a loro dei bambini. Siamo nel 2022 e perché lo ribadisco? Perché, e si vede dalle immagini in cui Spalletti va ad affrontare questi zotici, quel signore pensa quasi di arrivare ad avere la libertà di mollargli uno schiaffone nonostante le telecamere. Qui non ci sono colori che tengano. Chi ha ancora a cuore questo gioco credo sia un eroe ad appassionarsi e a seguirlo.
Tutti noi che abbiamo a cuore una cosa del genere non possiamo non solidarizzare con Spalletti, ma questo è ovvio, ma dobbiamo anche avere a cuore il fatto che questa gente non può continuare a vivere con noi questa passione perché sporca anche la nostra essenza di appassionati. Noi che facciamo il mestiere di comunicatori precedentemente siamo stati appunto degli appassionati. Non possiamo vedere infangato il nostro terreno di passione, di tempo libero devoluto alla stessa passione e di sentimenti molto nobili come quello del tifo. Questi zozzoni non hanno aiutato per nulla la Fiorentina, hanno fatto fare una pessima figura ai tifosi civili dei viola. Sono sempre gli stessi discorsi, ma si fanno perché girano sempre le stesse bestie negli stadi. So già che qualcuno commenterà: “Non lo sapete che questa è la realtà? Non facciamo gli ipocriti“. Queste sono le cose che mi stanno più di tutte sulle scatole. Proprio perché non facciamo gli ipocriti e ci siamo veramente stufati di vedere certe scene o esempi che gli adulti veicolano ai più piccoli, bisogna censurare il più possibile.
Non sono neanche d’accordo con quelli che dicono: “Basterebbe non farli vedere“. No, facciamoli vedere perché attraverso l’esempio negativo dobbiamo tentare di continuare a veicolare contenuti civili e civici. Spesso con i miei studenti utilizzo gli esempi che vengono dal calcio per tentare di insegnare cose che ovviamente sono molto più importanti del calcio stesso. Spalletti non è stato ipocrita, è andato a prendere di petto quei deficienti, gli ha ricordato che insultate mamme, sorelle, figli, mogli è un qualcosa di particolarmente vigliacco. Avremmo stigmatizzato anche se Spalletti, preso dall’ira, fosse arrivato lui a dare uno schiaffone al tifoso della Fiorentina. Però il fatto che quel signore si sia permesso di atteggiarsi come quello che sta per partire con lo schiaffo a Spalletti ci dice che abbiamo passato il segno da un bel po’. Lo stadio resta ancora quella zona franca che si pensava nel 2022 avesse smesso di essere. Per quelli che verranno dopo di noi dobbiamo il massimo e il possibile.
Paolo Marcacci
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