Una crescita tecnica e una evoluzione tattica costante e, per i suoi critici, inesorabile. Questo è stato il Lorenzo Pellegrini delle ultime due stagioni, in particolare la 2021 – 2022, quella che lo ha visto alzare al cielo di Tirana il trofeo della Conference League. È stata, per citare Conrad, la sua “linea d’ombra”, il passaggio a una definitiva maturità non solo calcistica. E, in un certo senso, i leader silenziosi sono quelli che durano di più; senza fare paragoni con i capitani del passato, che è il primo tributo al valore di Pellegrini, senza se e senza ma. Lo aveva capito lui per primo, del resto, visto che la questione della maglia numero dieci non nasce con Dybala: Pellegrini, intelligentemente e anche in quel caso con il profilo giusto (non basso) aveva gentilmente declinato, tenendosi ancorato al numero sette, marchio di fabbrica della sua carriera.
Dal punto di vista della resa in campo e degli utilizzi, con il fiore all’occhiello della resa raggiunta nei calci di punizione, con Mourinho quelle che nascevano come necessità sono diventate competenze tattiche maggiori, in proporzione ai compiti e alle zolle di campo calpestate. Pellegrini può ulteriormente evolvere e diventare uno alla Neeskens, chi scrive si assume l’onere della similitudine. Peraltro, per tornare un attimo ai calci piazzati, il miglioramento è una testimonianza evidente della cultura del lavoro e della cura dei particolari che al ragazzo si leggono in viso.
Per tutti questi motivi e per il suo profilo comunicativo che possiamo definire analitico è mai sopra le righe (neanche sotto), Pellegrini è il capitano ideale per la presidenza Friedkin: entrambi puntano a far parlare i fatti e l’ultimo calciomercato ne è stato la testimonianza, senza dimenticare le tessiture preziose di Tiago Pinto.
Alla vigilia di una stagione che ha la legittima pretesa di essere importante, con la Roma impegnata in partenza su tre fronti, un dato ci piace sottolinearlo: sono arrivati giocatori importantissimi e importanti a seconda dei casi; esperti e rodati sul fronte internazionale; eppure, ancora di più la Roma gira attorno a Lorenzo Pellegrini, capitano autentico, leader che non ha bisogno di sbandierare il suo status, perché è la Roma che gli gira attorno ad attribuirglielo.
Paolo Marcacci