“Io ho trovato due cose nell’ambiente globale: la prima – e mi dispiace dirlo – è una grande impreparazione, tanta gente che da due anni parla mantenendo la stessa narrazione che è stata fatta all’inizio, come se in questi due anni non fossero usciti approfondimenti scientifici, che ovviamente non vengono messi in risalto perché altrimenti la percezione cambierebbe. Che poi, in parte è già cambiata perché la realtà la puoi nascondere fino a un certo punto“. Il Dott. Vanni Frajese, candidato alle prossime politiche con Italexit, cerca di andare a fondo ai problemi che più attanagliano il nostro tempo, soprattutto all’indomani di una pandemia che invece che renderci ‘migliori’, come tanto si amava dire, ci ha reso forse peggiori.
La scienza, in particolar modo, è stata negli ultimi due anni il bersaglio preferito (e a volte lo strumento) di chi tentava a tutti i costi di manipolare la realtà a proprio piacimento, imponendo una narrazione fallace ma utile a determinati scopi: “Il punto reale è che quando si parla di scienza, 60 giorni per approvare qualcosa che si dà a miliardi di persone è un atto criminale, e questo lo sa chiunque abbia fatto un minimo di ricerca nella sua vita. Speriamo ci sia la possibilità di fare queste commissioni d’inchiesta sia sul Covid che sui vaccini, e che possano essere affidate a persone senza conflitti d’interessi”.
Il conflitto d’interessi, appunto. Una delle piaghe principali del nostro tempo. “Quello del conflitto d’interessi è il problema più grosso che abbiamo oggi a livello trasversale perché abbiamo queste stranissime regole per cui se uno dichiara il proprio conflitto d’interesse, questo conflitto è risolto con la dichiarazione: non funziona così. Se io dichiaro un conflitto d’interesse, la mia posizione dovrebbe essere presa con le pinze, o meglio ancora non ascoltata”.