Così leggiamo tra le notizie più improbabili sull’Ansa: “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ispira una società di design di Brooklyn. Creata una statuetta di argilla di 15 centimetri che rappresenta ‘l’eroe improbabile’: per ogni pezzo venduto, la cifra di 1 dollaro andrà all’Ucraina”. Non è una notizia di satira o comicità ma è un articolo tratto dall’Ansa ed è una notizia reale. La realtà riesce ad essere ancora più satirica della satira stessa.
Il nostro presepe si dovrà arricchire di un nuovo pezzo: il guitto prodotto in vitro a Washington, l’attore nato Zelensky che dopo i 3 magi accompagnerà il nostro presepe natalizio. Possiamo ragionare sul mondo rapace con cui la società dello spettacolo e del business riescono a trasformare in oro anche le sofferenze della guerra. Come re Mida trasformava tutto ciò che toccava in ora, così la società merciforme riesce a mutare tutto in merce, riuscendo a produrre il pupazzetto del guitto Zelensky.
Ancora una volta assistiamo all’uso ideologico che la civiltà dell’hamburger fa di questo prodotto, Zelensky, fantoccio creato a Washington, tale da recitare un copione in funzione dell’atlantismo imperialistico. Questo è il punto fondamentale: Zelensky non sta combattendo per la sovranità o il proprio popolo, come ripetono gli organi dell’informazione manipolata dall’imperialismo made in USA. Il guitto Zelensky al contrario, attore di una sorte di Hollywood di guerra permanente, sta conducendo questa battaglia a vantaggio dell’imperialismo della Nato e sta usando il proprio popolo e il proprio paese semplicemente come scudi, come posta in palio di questa guerra, il cui obiettivo ultimo è quello in forza del quale Washington e la Nato dovranno accerchiare la Russia, occupando l’Ucraina, fino a fare scacco matto a Putin.
Questo è il modo con cui sta procedendo la civiltà del dollaro e che fin dagli anni 90′ muove verso la Russia occupandone gli spazi di pertinenza. Benché gli accordi fossero diversi, la Russia acconsentì alla riunificazione delle due Germanie, in cambio ottenendo la promessa da Washington che mai gli USA si sarebbero espansi verso Oriente. Quelle promesse furono tradite e ora ci troviamo in questa situazione.