Prima di tutto, in Economia Umanistica, un Governo si preoccupa di creare lavoro. L’Italia è passata da essere, nel 2009, in media con gli altri Stati europei, a essere poi nel 2012 quella con il tasso di disoccupazione più elevato. A distanza di 10 anni, i dati italiani continuano a essere i peggiori d’Europa sul piano occupazione (fonte: elaborazione WINtheBANK Reserach su dati Eurostat e OCSE). La flessibilità, tanto invocata come valore del mondo moderno, cioè la perdita di situazione stabile (il contratto di lavoro a tempo indeterminato full time) ha avuto come risultato l’aumento dei disoccupati e inattivi nei giovani: dal 32% circa del 2004 al 43% circa di oggi.
È semplicemente preoccupante. Che ci aspetti un autunno difficile sul piano sociale io lo prevedo. Qua ci sono alcuni dati fondamentali: l’Italia è passata dall’essere nel 2009 in media con gli altri Paesi europei sulla disoccupazione a essere quella con il tasso di disoccupazione più alto in tre anni. E vi ricordo che quei tre anni sono quelli nei quali Il Sole 24 Ore titolava ‘Fate presto, venga Monti, salvatore della Patria’ e via discorrendo. Sono iniziate le politiche del rigore, la politica del taglio della spesa pubblica, la politica del pareggio di bilancio, del Fiscal Compact e via discorrendo. Risultato: siamo diventati i primi per disoccupazione giovanile.
La disoccupazione (io parlo dei disoccupati ma anche degli inattivi, cioè di coloro che alla fine non cercano neanche più lavoro) nei giovani è passata dal 32% circa al 43% circa di oggi dal 2004 al 2022. Quindi, in meno di vent’anni abbiamo avuto l’11% in più di disoccupazione, che è un dato drammatico: 43% vuol dire che quasi un giovane su due non lavora e non cerca lavoro. È un dato pazzesco, un Paese non può avere futuro.
Ecco, io vorrei che i partiti politici di questo si preoccupassero, cioè di dare lavoro. Basta parlare di reddito di cittadinanza, la gente deve avere lavoro. Basta dare oboli di Stato, basta voto di scambio: bisogna fare defiscalizzazione sulle imprese, consentire agli imprenditori di avere vantaggi fiscali, tenere aperte le aziende nei confronti dell’aumento del gas, delle crisi internazionali etc. perché questo è il modo per salvare i posti di lavoro. Chi non ha lavoro, evidentemente, non ha futuro. Questa è una cosa talmente banale che mi sento di ripeterla.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi