Ascesa FdI: a volte opporsi a Draghi ripaga ▷ Ungari: “Pd dimentica le esigenze della popolazione”

Le ultime votazioni hanno visto il centrodestra vincere le elezioni politiche e FdI diventare il primo partito con più del 26% dei consensi. Un risultato quantomeno insolito se si pensa che alle elezioni del 2018 raggiunse “solo” il 4,3%. Cosa spiega il balzo (in termini percentuali e di voti assoluti) che in dieci anni, dal debutto alle elezioni politiche del 2013, ha portato dal 1,96% al 26,1% il partito di Giorgia Meloni?

La motivazione secondo Andrea Ungari, professore di Teoria e Storia dei Partiti e dei Movimenti Politici presso l’università Luiss Guido Carli, è incentrata sulle capacità del suo leader. “Oggi Giorgia Meloni è un leader nel panorama politico italiano, su questo non c’è alcun dubbio. Poi ci sono state una serie di scelte che hanno ripagato il partito: innanzitutto quella di stare all’opposizione nel Governo Conte II e poi la scelta di non entrare nel Governo Draghi. Io aggiungerei anche il fatto che la leader di Fratelli d’Italia ha avuto senz’altro il merito di essere un leader coerente. E poi ha anche veicolato un messaggio forte e chiaro su quello che avrebbe voluto fare e non. Da una parte quindi la coerenza e dall’altra un messaggio chiaro agli elettori. Credo che questo sia stato molto importante di fronte invece ad altri partiti che hanno cambiato più volte posizione: è il caso della Lega di Salvini che ha subito un crollo elettorale”.

L’agenda Draghi ha penalizzato alcuni partiti

“Diciamo che, tra i partiti che hanno appoggiato il Governo inizialmente: il Pd ha preso i voti che aveva avuto nel 2018 (non certo un successo); il M5S è riuscito a recuperare e questo a merito della propaganda e della campagna elettorale di Conte, ormai il leader indiscusso del partito. Io starei attento anche al Terzo Polo che, a mio avviso, ha drenato più voti a destra che a sinistra. I partiti che hanno appoggiato Draghi hanno subito l’effetto Draghi, ossia un leader importante, ingombrante, che è stato apprezzato dagli italiani molto più dei partiti che l’hanno sostenuto”.

Il Pd è al Governo dal 2008 nonostante le elezioni perse

“Dividerei il discorso. Il Pd perde perché ha incentrato tutto il suo programma politico, da un certo punto in poi, su una questione che non rappresenta gli interessi della maggioranza degli italiani: ossia la questione dei diritti civili e dei diritti delle minoranze. È chiaro che rappresentando solamente una tematica e dimenticando, in qualche maniera, le esigenze della popolazione – che dal 2008 sono i problemi dell’occupazione e dei flussi migratori – si è rivolto a segmenti minoritari all’interno del paese. Questo mi sembra abbastanza oggettivo”

“Sta lungamente al potere perché, comunque, è diventato il partito delle élites del paese. Ha avuto la capacità, nel corso degli anni, non solo di avere alcuni rappresentanti politici sicuramente di un certo peso ma anche di penetrare le istituzioni, attraverso la nomina di funzionari e dirigenti”.