Security alert dell’ambasciata USA a Mosca: forse siamo già nel precipizio

Forse siamo già nel precipizio, e stiamo letteralmente sprofondando nel baratro. L’ambasciata americana in Russia ha esortato i cittadini americani a lasciare immediatamente il paese. Lo riferisce l’agenzia russa TAS, la quale menziona il sito dell’ambasciata USA a Mosca.
Una situazione che davvero sta precipitando anche alla luce dei recentissimi eventi e degli sviluppi a Nord Stream.
Cosa sta accadendo allora realmente?
Forse, un poco alla volta, la tensione sta non solo salendo alle stelle, ma sta già sfociando in un vero e proprio conflitto mondiale, che anche se i più non si accorgono già essere in atto, già si sta combattendo. Lo si fa con guerre economiche naturalmente, ed è il caso di quelle sanzioni che l’Europa deve fare sotto ordine di Washington a una Russia che per ora non sembra nemmeno graffiata da quelle sanzioni che stanno gettando nell’abisso l’Europa stessa.

E poi c’è l’invio di armi. Il guitto Zelensky, attore Nato prodotto in vitro a Washington – se non a Hollywood – fa lo spavaldo semplicemente perché Washington lo arma e continuamente lo manovra utilizzando il popolo ucraino come uno scudo umano, facendo il business del grande capitale e dell’imperialismo statunitense delle armi al punto tale che forse occorrerebbe scrivere “l’Ucraina” senza apostrofo. Lucraina. Il regno del lucro per i pochi gendarmi del grande capitale cosmopolita di cui senz’altro il guitto Zelensky è emblema.

La situazione sta davvero precipitando, e siamo seriamente sull’orlo, se non dentro una guerra mondiale. E’ vero che nella quarta guerra mondiale siamo già da tempo, se è vero che dopo la Guerra Fredda subito principiò la Quarta Guerra Mondiale che fu quella che gli USA dichiararono a tutti coloro i quali non si fossero allineati a Washington, come sottolineò Costanzo Preve: fu la volta dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Serbia, della Libia e di molti altri. Paesi subito liberati – per non dire abbattuti – da Washington.

Ora siamo forse davvero al redde rationem di questa Quarta Guerra Mondiale, che diventa il conflitto contro i due principali ostacoli alla globalizzazione americana del mondo. La Russia, sì, ma anche la Cina. Lo Stato che più di tutti rappresenta una minaccia alla civiltà neoleviatanica del dollaro, dacché è una superpotenza sovrana sotto ogni profilo che già da tempo sul piano commerciale sta scavalcando la civiltà dell’hamburger.
Quest’ultima primeggia ormai soltanto nel campo militare, e non stupisce che usi proprio quel campo per impedire in ogni modo che altre potenze la superino definitivamente.

Ecco cosa sta accadendo, ecco perché l’Ucraina rappresenta una faglia decisiva di questo quarto conflitto mondiale, ecco perché l’altra grande faglia decisiva potrebbe essere Taiwan, in un conflitto che così si aprirebbe anche alla Cina. Insomma, non soffia davvero una buona aria nel mondo e in Europa.
L’Europa, per dirla con Manzoni, sempre più appare simile a quel vaso di terracotta in mezzo a vasi di metallo che con il loro muoversi la schiacceranno senz’altro mandandola in rovina. A meno che l’Europa non sappia ritrovare sé stessa e perorare – difficile ma non impossibile – le ragioni della pace, della diplomazia. Le ragioni della ragione.

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