Il ‘patto’ Meloni-Draghi e il mistero Nord Stream: qualcuno non la racconta giusta

Meloni-Draghi: contatto. La Repubblica riporta oggi di un presunto patto tra il premier uscente e la probabile entrante. Vista la ‘debolezza’ della seconda in Europa, quest’ultima avrebbe chiesto la collaborazione di Draghi (il che può anche essere), ma in cambio di alcuni ‘ritocchini’ a quello che sarebbe il programma: sostegno alla NATO, attenzione al debito e linea compatta sul sostegno all’Ucraina. Sarebbero questi gli elementi di ‘scambio’, che smusserebbero i contorni del programma di destra che ci accingiamo a vedere dal prossimo ottobre. Peccato che però il programma di Fratelli d’Italia non sia stato minimamente ritoccato: già molto prima del cosiddetto ‘patto’ la leader di FDI si è dichiarata atlantista, pro-ucraina ed europeista. Particolare che evidentemente sfugge nei giorni post-elezioni in cui – non a caso – i mercati non reagiscono male, anzi. La sconfitta dei partiti cosiddetti ‘antisistema’ passa effettivamente anche da qui.

Nord Stream: qualcuno non la racconta giusta

Ma parecchi particolari sfuggono alle prime pagine anche sui gasdotti Nord Stream, epicentro di questa fase bellica tra Russia e Ucraina: il j’accuse dei danni procurati ai gasdotti (con conseguente rialzo vertiginoso dei prezzi) è generale.
La possibilità di un sabotaggio è la pista più accreditata per Berlino, così come per Mosca. Secondo il sito del settimanale tedesco Der Spiegel, gli Usa avevano già avvisato Berlino dei “segnali crescenti di un attacco pianificato” ai due gasdotti Nord Stream: “La Cia aveva messo in guardia il governo tedesco dall’attacco agli oleodotti del Mar Baltico”.
Ma il punto non è tanto nella possibilità di farsi un auto-attentato (da parte dei russi). E’ più che cosa torna in questo momento alla Russia da questa roba. E’ documentato che negli anni abbiano partecipato a congressi USA lobbisti dell’Ucraina – sì, esistono anche lì gli oligarchi – a fare lobby contro Nord Stream.

Questo dà fastidio alla compagnia ucraina che gestisce il gas (Naftogaz) che ieri è uscita malconcia dall’arbitrato con la russa Gazprom, la quale continua a fornire gas, almeno per ora. Il risultato è un’azione che aumenta l’acredine tra i protagonisti, proprio perciò qualcuno non la racconta giusta.