I dati dell’Italia dicono che il nostro Paese sta avviandosi al fallimento, prima di tutto di tipo industriale.
L’Italia è, tra i quei paesi europei, quello con il più alto numero di fallimenti societari. Dal 2008, anno della
presunta crisi finanziaria fino a oggi (dati del centro studi Master Bank). In termini di economia umanistica, la ricetta per uscire da questa situazione è portare sempre più persone a lavoro (anche autonomo) e di impresa. Sono le imprese che creano posti di lavoro nel settore privato ma bisogna creare le condizioni perché la gente sia invogliata a fare l’imprenditore.
Siamo in epoca elettorale e mi piacerebbe sentire da qualche partito politico (e invece così non è) che si farà qualcosa per gli imprenditori e i liberi professionisti. Solo un cretino non sa da che parte stare. Io sto dalla parte di chi produce lavoro e chi lo fa sono le imprese e i liberi professionisti. Dopo viene la parte pubblica, dato che in Italia la parte pubblica non c’è nemmeno, dacché non si fanno investimenti ormai da trent’anni.
Il PNRR si rivelerà inoltre una grande flop e fregatura perché i costi saranno superiori a i benefici. Quello che bisogna fare è investire nella piccola e media impresa italiana. Invece si alimenta il mito dell’imprenditore che non paga le tasse e non lavora. Non dimenticate che sono i piccoli e medi imprenditori che ogni giorno, alzando la serranda, danno posti di lavoro alle persone. Questo è il mercato italiano. Noi stiamo facendo tutto solo per le grandi imprese però, che rappresentano lo meno dell’1% del nostro tessuto.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi