Schiavitù inconsapevole: dietro il messaggio mediatico si cela la scomoda verità sui consumi

Schiavitù inconsapevole. Avete mai visto che quando devono descrivere la ripresa di un’economia parlano di consumi? Infallibilmente faranno vedere negozi e gente per la strada che spende del denaro. Vi siete mai chiesti perché lo fanno?

Le ragioni sono essenzialmente due: la prima – più semplice da comprendere – è che i consumi attesi sono un dato molto opinabile difficile da controllare realmente e da verificare in quanto spesso sono collegati a una dichiarazione, un’aspettativa, un sondaggio (ad esempio: sono anni che la gente pensa di spendere di più a Natale); la seconda ragione, più seria, è che in tal modo quando davvero si sollevano i consumi – magari di qualche punto percentuale irrisorio – la gente pensa “siamo in ripresa” e nessuno ragiona su ciò che è stato fatto, facendo passare questo messaggio mediatico, ma il 60% di quanto viene da noi consumato è importato dall’Asia. Mi fermo qui, questo brano è tratto da una delle mie ultime pubblicazioni: “Le mostruose bugie dell’economia”.

Quello che conta in economia non è il consumo ma il risparmio: questa è la mia tesi. Perché il consumo può avvenire a debito, com’è effettivamente successo per tantissime imprese italiane e ancor di più per tante famiglie, e per di più: in un mondo in cui abbiamo famiglie e imprese come in Italia voi capite che questa situazione è potenzialmente esplosiva.

Io mi aspetto certamente quest’autunno delle difficoltà per molte famiglie italiane, come viene ormai detto da molte autorevoli fonti. Non mi appassionano i dibattiti politici perché so già che saremo fregati da tutti, perché non vedo e non sento parlare dell’unico cambiamento che bisogna fare: un cambiamento profondo del sistema economico. Di questo parlo nei posti dove cerco di spiegare – come in questa rubrica – perché è illusorio pensare di poter parlare solo di consumo a debito. Io credo che serva un cambiamento culturale profondo, ecco perché parlo di economia umanistica: al centro va messo l’uomo (il lavoro) e non il denaro (il capitale).

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi