Possibile mai si possa fare Cancel culture anche sulla musica? Che alcuni brani possano considerarsi politicamente scorretti? A quanto pare, sì. Lo sa benissimo Francesco Baccini, che è stato accusato di sessismo per il suo brano Le donne di Modena (1990). Nel ritirare un premio al teatro di Sondrio in occasione della Notte dei poeti, il cantautore genovese, prima di cantare la canzone incriminata, ha provato a fare una battuta: “Oggi forse avrei qualche problema a pubblicare un pezzo del genere perché potrei essere accusato di razzismo“. E, dal pubblico, una ragazza gli ha “dato ragione”, accusandolo: quando nel brano dice “tutte fanno da mangiare, sanno cucinare, odiano stirare, e san far l’amore”, l’autore farebbe sessismo.
Il diretto interessato ha raccontato l’episodio con un misto di stupore e amarezza: “Io mi ero limitato a fare una battuta, la canzone è in giro da 32 anni, la frase la devi collocare nel contesto, non è che puoi staccarla dal contesto. Contesto che, alla fine, fa emergere una critica al gallismo italiano, visto che alla fine del brano fa tutto lui. Pensa se avesse sentito Berenice, in cui ho una storia d’amore con una bambola gonfiabile...”.
“La cosa che mi ha sconvolto – prosegue Baccini – è che quando è successo pensavo fosse uno scherzo, tant’è che l’ho invitata a salire e a spiegare la cosa, tra il divertimento del pubblico. Non c’è stata possibilità di spiegarsi, lei diceva solo “mi sono sentita offesa in quanto donna”, un muro. Peraltro era un contesto “elevato”, un premio di poesia. La sua reazione mi ha lasciato basito. I ragazzi di oggi non hanno ironia perché nessuno gliela spiega, noi grandi prendiamo tutto in modo serioso, non c’è più la voglia di scherzare, siamo pieni di contrapposizioni. A me la chiusura mentale mette angoscia, odio quando non si riesce più a scambiare le idee. Che poi il pezzo è ironico e non c’è davvero nulla da spiegare. Se non hai le armi culturali per capire le cose c’è poco da fare. Questa nuova ondata di neofemminismo benpensante è peggio della censura degli anni Cinquanta. E poi in giro senti le canzoni trap e rap e ci sono offese sessiste come se piovesse: se Le donne di Modena è sessista, queste cosa sono? Bisogna tornare coi piedi per terra, internet e i social hanno creato un disastro“.
Come è possibile che il passato, oggi, si giudichi con gli occhi del presente? “Non c’è nulla che possa far pensare al sessismo in quel brano“, commenta il critico musicale Michele Monina. “La canzone è palesemente ironica, la critica non ha senso. Siamo all’assurdo: per ignoranza non si tiene mai conto del periodo storico in cui qualcuno dice qualcosa in arte. Faccio un esempio: pensiamo a Lolita di Nabokov, che è del tutto politicamente scorretto. Stando a questa logica, quell’opera non sarebbe mai dovuta uscire. In questi giorni poi è uscita la biografia di Philip Roth e siccome l’autore Blake Bailey è accusato di aver approfittato della sua posizione accademica per molestare studentesse non volevano far uscire il libro. Bisogna scindere la vita privata degli autori dalle loro opere“.
E il discorso si può estendere ad altre canzoni, come Colpa d’Alfredo di Vasco Rossi. “L’autore ha provato a giustificarsi, ma il brano aveva delle parole pesanti anche per l’epoca. La canzone è però tra le più belle, ironica, da “cattivo maestro”. C’è un dettaglio in più: una canzone non parla necessariamente del pensiero dell’autore, ma parla di un fatto, è narrativa, può essere anche un racconto (vedi “Lolita”, non è che l’autore dovesse per forza essere un pedofilo). In questo caso potrebbe anche essere vera, riferita a una serata dell’autore con questo Alfredo (che esiste davvero, l’ho incontrato al concerto del Modena Park), ma le volgarità che contiene la rendono più vivda: altri termini più soft la avrebbero addolcita e le avrebbero tolto potenza“.
Anche Elio e le storie tese con moltissime loro canzoni hanno “rischiato” questa accusa. “Prendiamo La follia della donna parte 1. Se non prendi con leggerezza le prime battute della canzone, dopo l’introduzione di Nicola Savino che imita Renato Zero, viene la polizia alla porta di casa tua e ti arresta. Ma anche Servi della gleba, Born to be Abramo, hanno costruito una carriera sullo scherno. Le canzoni vanno anche interpretate“. E la canzone di Baccini non fa eccezione: “Se non capisci l’ironia è un problema tuo: scendi dal palco di Sondrio e studia“.