“Missione compiuta” per il Napoli sul campo di Cremona. Può apparire paradossale per lo spettacolare Napoli di inizio stagione usare questa espressione per una vittoria sul campo dell’ultima in classifica, ma in realtà non è affatto così.
Sono proprio le sfide di questo tipo ad essere infatti le più delicate, tanto più se si è reduci dall’aver scritto una pagina di storia della propria società e dell’intero calcio italiano (la vittoria per 6-1 ad Amsterdam).
La possibilità di andare a lottare fino in fondo per il raggiungimento dell’obiettivo massimo, passa proprio dal lasciare meno punti possibili alle squadre di seconda fascia.
La risposta sul campo da parte degli azzurri sarebbe stata quindi certamente un indice del livello di competitività e di maturità generale raggiunto dalla squadra ed è per questo che Luciano Spalletti ha preferito schierare in grandissima parte la squadra titolare quest’oggi, potendosi permettere il lusso (incredibile a dirsi) di operare un turnover più sostenuto nel prossimo impegno di Champions League contro l’Ajax. Ed è così che rispetto alla formazione base di questo periodo, il solo Zielinski è stato rimpiazzato tra i titolari da Ndombele.
La partita è per gli azzurri è stata complicatissima molto al di là di quanto il risultato finale di 1-4 possa lasciare intendere a chi non avesse visto il match. Ciò però è dipeso dall’ottimo atteggiamento della squadra grigiorossa e non certo per demerito dei partenopei che, anzi, hanno approcciato al match nel modo migliore dando quindi all’allenatore le risposte positive che certamente sta tentando di stimolare.
Avere vinto questa partita, cosa che consente al Napoli per la prima volta in stagione di andare ad occupare la vetta solitaria della classifica, è quindi un risultato già di per sé di cruciale importanza. Lo è ancor di più se si pensa che vittorie ottenute in sofferenza (col punteggio in equilibrio fino a quasi 10 minuti dal termine) danno una carica molto maggiore piuttosto che a quelle ottenute in scioltezza.
Sulla prestazione dei singoli, non si può non dare la palma del migliore in campo al Cholito Simeone, che, entrato al 60’, si è rivelato ancora una volta decisivo con un suo colpo di testa (come già accaduto a San Siro contro il Milan).
Su Kvaratskhelia, è opportuno ribadire che vederlo certamente rifiatare rispetto alle prestazioni scintillanti di inizio stagione senza però perdere in incisività nei match (anche oggi: rigore procurato per il primo gol e assist per il terzo gol), non fa che aumentare la stima che il mondo calcistico ha ormai di lui.
Menzione speciale per il sudcoreano Kim che anche oggi ha dato l’impressione di essere un muro invalicabile.
Vittorio de Gaetano