Come sarà la Juventus con Chiesa ▷ I numeri e il confronto con Kostic

Il laterale bianconero è pronto a tornare tra i convocati di Allegri. Come cambierà il gioco juventino? I dati danno una prima risposta

Dopo quasi un anno di stop, la Juventus sta per riabbracciare uno dei suoi più grandi talenti: Federico Chiesa. Il laterale, infatti, è tornato a lavorare in gruppo da ormai due settimane e il suo rientro tra i convocati è atteso nelle settimane a venire, con ogni probabilità poco prima della sosta di novembre-dicembre per il Mondiale 2022 in Qatar.
Il primo impiego dovrebbe essere in amichevole questa settimana (sfida ancora da definire), poi l’esterno offensivo, in caso di riscontro positivo, tornerebbe arruolabile almeno per la panchina. Quando potrà rivedere il campo, a cedergli la maglia da titolare da esterno sinistro alto sarà con ogni probabilità Filip Kostic. Che, finora, le ha giocate tutte, ma non ha inciso quanto ci si aspettava. Colpa, senza dubbio, soprattutto del momento della Juventus, che in campionato è all’ottavo posto e in Champions è a forte rischio eliminazione. La squadra di Max Allegri, però, ha dato segnali positivi nel derby contro il Torino vinto 0-1. Quanto potrà incidere il rientro di Chiesa sulle prestazioni della Vecchia signora? E quanto potrebbe cambiare il gioco della Juventus rispetto a quanto propone Kostic?

Come confrontiamo i due giocatori: gol e assist attesi

Per analizzare l’impatto che il laterale bianconero potrebbe avere sul gioco juventino si possono usare i dati dell’ultima stagione completa da lui giocata, la 2020-2021 (allenatore: Andrea Pirlo). Per valutare le differenze con Kostic, utilizzeremo i numeri dell’esterno relativi a questo campionato e faremo una media per ottenere il valore statistico nei 90 minuti, invece che su tutta la stagione.
In particolare, utilizziamo i dati sui gol attesi (xG) e sugli assist attesi (xA). Nello specifico, gli xG utilizzano parametri probabilistici per capire quanto un tiro è pericoloso e, dunque, quanto sia plausibile che un giocatore riesca a fare gol (ogni tiro ha un coefficiente che varia da 0 a 1).
In gioco entrano numerose variabili, sia storiche che relative al giocatore, alla sua posizione, al suo rapporto con le marcature: un rigore, per esempio, parte da un valore di 0,75 perché è molto probabile si possa trasformare in gol. 
Per questa analisi, per misurare meglio la pericolosità di Chiesa e Kostic (che non sono tra i tiratori della Juventus) verrà usato il dato dei gol attesi depurato dai rigori (npxG, non-penalty expected goals).
Allo stesso modo funzionano gli xA, che indicano la propensione di un giocatore a effettuare passaggi che mettono in condizione di fare gol.

Chiesa o Kostic: chi incide di più?

Esaminando i dati forniti da Understat e Fbref emerge come Chiesa e Kostic, pur ricoprendo lo stesso ruolo, adottino uno stile di gioco molto diverso tra loro. Lo si nota soprattutto dalla mappa relativa ai tiri e alle giocate offensive consultabile su Understat: Chiesa prova la conclusione da tutte le posizioni della trequarti campo offensiva senza distinzioni, segno della propensione dell’esterno a svariare su tutto il fronte offensivo, mentre Kostic concentra le sue iniziative solo sul lato sinistro del campo, optando per un approccio più “ordinato”, tradizionale. Non solo: Chiesa cerca molto più spesso la conclusione rispetto al suo compagno, come evidenziato dal dato sugli npxG (0,08 contro 0,25, tre volte tanto). La propensione all’assist, invece, è simile, anche se l’impatto di Kostic quando è in campo è leggermente inferiore a quello del compagno (0,18 contro 0,27 in termini di xA). 

Non solo numeri: tutto dipende dal momento

Va sottolineato, tuttavia, che il serbo si è trovato a giocare in una fase particolare della stagione juventina e che questi numeri sono fortemente influenzati dalle prestazioni della squadra. Va però anche ricordato che la Juventus di Pirlo non brillava di certo per il modo di approcciare le partite e che anzi faticò enormemente anche solo a qualificarsi in Champions League (il quarto posto arrivò grazie al tonfo del Napoli di Rino Gattuso all’ultima giornata contro l’Hellas Verona).