Nell’economia italiana stiamo riscontrando numerosi problemi, i quali vanno direttamente a colpire in particolar modo alcuni settori, ovvero quello dei trasporti, quello dell’industria pesante e quello che riguarda i servizi non finanziari, che sarebbero più nello specifico quelli al di fuori del mondo bancario.
I recenti eventi esogeni che si sono verificati nel triennio che va dal 2020 al 2022, come ad esempio la pandemia, lo shock delle materie prime ed il conflitto tra la Russia e l’Ucraina, continuano a impattare sui costi energetici, sullo stato di salute e sul sistema produttivo in modo significativo, con forti riflessi vertono anche sull’evoluzione del rischio delle imprese italiane. In questo scenario, i dati sul rischio fotografano un peggioramento delle prospettive delle imprese, che viene tra l’altro accentuato anche dall’inflazione, l’aumento del costo del debito e la mancanza di concrete misure di sostegno: tutti fattori che aggravano la capacità di tenuta di un sistema che è stato già debilitato in precedenza dal Covid.
I sistemi di rating, che dovrebbero servire a migliorare il giudizio delle imprese future, si stanno muovendo invece nella pratica verso una discriminazione dando bocciature e premi. Nell’ultimo periodo il mondo finanziario e il mondo politico sono andati avanti con la politica dei rating bancari dei giudizi sulle imprese come se il sistema fosse sempre fermo a 20 anni fa, ma bisogna tener conto che la realtà dei fatti non è tale.
La politica sbaglia a far finta che non sia successo nulla in tutto questo periodo di tempo, sbaglia a non fare deroghe, a non capire la situazione e a non dare concrete misure di aiuto alle imprese perché ciò vuol dire destinare le piccole, medie e micro imprese italiane a una situazione di enorme difficoltà, essendo che si ritrovano a non essere più in grado di pagare le tasse in assenza di denaro. È curioso da notare il fatto che la classe politica non si stia minimamente muovendo in merito a questa questione. Bisognerebbe invece muoversi e intervenire in difesa di queste aziende, visto che in Italia abbiamo un ‘family business’ che non può permettersi la perdita delle aziende perché tale situazione porterebbe al licenziamento di numerosi dipendenti che sono legati a questo lavoro.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi