Vi sono talvolta nella sfera dell’apparire alcune notizie che meritano un commento per il fatto che, in maniera involontaria, fotografano perfettamente una situazione, un contesto o un processo in atto. Rientra appieno nel novero di queste notizie quella che ho letto pochi giorni fa su La Stampa che così titolava: “Direzione Pd, il capodelegazione a Bruxelles Brando Benifei parla davanti a Letta per minuti senza audio e nessuno gli segnala il problema”. Si tratta, direte voi, di una notizia del tutto secondaria che tutt’al più può strapparci un sorriso, cose che possono capitare nel tempo della tecnicizzazione dei rapporti e delle connessioni che diventano sempre più digitali in sostituzione di quelle reali.
Tuttavia questa pare essere, al di là di tutto, un’immagine perfetta della nuova silhouette delle sinistre fucsia: quelle che non hanno più nulla da dire e che per di più tacciono al cospetto delle angherie del capitale. Potremmo anche dire per ricorrere a delle immagini che le sinistre sono per un verso smemorate e per un altro verso sono afone, proprio come nell’accaduto di cui stiamo dicendo in cui il capo delegazione Brando Benifei si è trovato a parlare, per così dire, senza voce non riuscendo a farsi sentire.
Sulle sinistre smemorate resta un capolavoro insuperato la pellicola di Nanni Moretti “Palombella rossa” del 1989 che mostra le vicende di un uomo, che è dirigente del partito comunista e che in seguito ad un incidente si trova senza memoria, sicché non riesce più ad orientarsi, non ricorda più nulla del proprio passato e non riesce a capire più nulla del mondo in cui è situato.
Questa è mutatis mutandis la vicenda della new left arcobalenica contemporanea: smemorata, che ha obliato totalmente il proprio passato di sacre sante lotte contro il capitale, il proprio passato rosso e Gramsciano, ed ora dimentica di tutto ciò si trova arcobalenizzata, decaffeinata e fucsia a condurre lotte che non solo non portano avanti le istanze del lavoro e della sua emancipazione ma che molto spesso sono collocate nella sfera opposta della de-emancipazione del mondo del lavoro. Senza esagerazioni, grande parte delle vittorie della new left negli ultimi anni sono avvenute producendo per effetto sonanti batoste e palesi sconfitte per le classi lavoratrici e per i ceti popolari.
La seconda immagine, coerente con la prima, ci permette di capire anch’essa il contesto tragicomico in cui sono precipitate le sinistre fucsia, che ormai portano avanti politiche ultraliberiste che rendono sempre più superflue le destre stesse. Quest’immagine è quella della sinistra afona, com’è accaduto nel contesto di cui stiamo discutendo in cui si è trovato senza voce il capodelegazione a Bruxelles Brando Benifei del Pd.
La sinistra afona è quella che non ha più nulla da dire rispetto alla contraddizione nel neoliberale a cui ormai ha prestato testa e cuore, la sinistra afona è quella completamente ha perduto la voce, non è in grado di prendere posizione critica com’era un tempo rispetto al capitale e alle sue contraddizioni e che letteralmente tace – o quando prova a parlare non ha più nulla da dire – dacché ha completamente obliato quando non direttamente negato la propria storia, identità e tradizione.
Ecco dunque che la sinistra smemorata e la sinistra afona rispecchiano perfettamente il destino delle odierne sinistre che rappresentano né più né meno l’ala sinistra fucsia di cui l’ala destra bluette rappresentata dalle destre neoliberali: insieme compongono le due ali dell’aquila neoliberale.
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