Come risulta dagli ultimi dati Eurostat, l’Unione Europea negli ultimi otto mesi ha bruciato circa 400 miliardi di euro di saldo tra import ed export, ossia ha importato oltre 400 miliardi in più rispetto agli export da gennaio 2022 ad agosto 2022. Questi sono dati recentissimi. Se negli anni precedenti il surplus delle esportazioni era pari a circa 20-30 miliardi al mese, negli ultimi mesi il trend si è completamente invertito. Questo non dipende soltanto, come si penserebbe, da deficit sui prodotti energetici, ma anche dal settore macchinari e autoveicoli.
Molti pensano che questo sia un trend passeggero, ma purtroppo non è così. Questo dipende da gravi errori di politica economica. Il primo, le imposizioni della transizione energetica a tutti i costi, che ha fatto incrementare i prezzi energetici già dalla fine del 2021. E il secondo, le sanzioni alla Russia, senza soluzioni però di breve periodo, con uno squilibrio tra la domanda e l’offerta di gas con prezzi alle stelle. Ora, le istituzioni dell’Unione Europea dovrebbero essere la soluzione, purtroppo sono stato in larga parte il problema. Questa questione che vi sto segnalando dipende dal fatto che noi negli ultimi 30 anni abbiamo avuto una fiducia cieca nelle istituzioni europee.
Qui il problema non sono manovre di tipo passeggero perché le sanzioni, le azioni di breve termine, le visioni di breve periodo non consentono di cambiare la politica economica. Semmai, la visione, diciamo green, a tutti i costi, una certa visione di maniera dell’Unione Europea, ma soprattutto non avere voluto cambiare l’impostazione dell’economia, cioè l’economia capitalistica. Io girando per le città d’Italia, nelle stazioni dei treni, ecc. vedo le pubblicità che dicono ‘l’Europa sei tu’.
No, io non mi sento europeo, non mi sento quel tipo di Europa lì, quel tipo di pubblicità non la sento mia perché io vorrei sentir parlare di occupazione, di difesa del lavoro, di difesa sostanzialmente della socialità, della famiglia intesa come possibilità di vivere in modo sereno. Le istituzioni europee fino ad oggi hanno promesso molto, ma hanno mantenuto molto di meno. Il problema della disoccupazione è molto grave e le ricette economiche che abbiamo adottato negli ultimi vent’anni sono fallimentari. La cosa allucinante è che nessuno pensa minimamente di cambiarle. Ecco perché io propongo l’economia umanistica.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene