Parliamo dei contenuti palesati dalla Roma di Mourinho in Roma-Lecce. Lo facciamo perché siamo osservatori e le nostre analisi devono avere un senso. Roma-Lecce l’abbiamo raccontata e vivisezionata nelle pagelle. Pur con i tre punti mi sono permesso di dare 5.5 a Mourinho per quello che i giallorossi hanno oltremodo sofferto in maniera eccessiva. La Roma passa subito in vantaggio e schiaccia con una grande pressione i pugliesi nella propria metà campo. Gli ospiti per 70 minuti restano in dieci.
Da quel momento i capitolini incomprensibilmente iniziano a cedere campo e cominciano a cedere i ritmi del gioco agli uomini di Baroni. Il Lecce allora torna vivo e si presentava all’Olimpico con numeri buoni difensivamente. Per quanto riguarda gli episodi arbitrali non vorrei entrare per niente nel tema, anche se il rigore mi pare monumentale. I fotogrammi dell’espulsione dicono che il piede di Hjulmand era totalmente a martello su Belotti. Qui gli episodi arbitrali non c’entrano.
La Roma quindi ha il torto di mantenere viva la partita con il Lecce che ha creduto fino alla fine sostenuto da una tifoseria numerosissima. Strefezza e i suoi non sono mai usciti dal match. Continua il problema della scarsa produzione offensiva a livello di realizzazioni. Zaniolo non pervenuto, a parte il trauma cranico. Belotti volenteroso, propenso alla verticalizzazione, ma in fase realizzativa sicuramente rivedibile. Entra Abraham e guadagna il rigore ma anche l’altra sera non l’avrebbe messa dentro neanche con le mani. Manovra giallorossa monocorde, più ordinata solo con l’ingresso di Matic. Detto ciò, proprio per questo motivo, sono tre punti che ne valgono quattro nella serata in cui viene meno Dybala a medio o lungo termine.
Di fatto si aggancia un vagone importante di classifica nelle zone alte. Ci sono buone prospettive in graduatoria, ma dobbiamo osservare i numeri all’interno delle partite o di senso assoluto come la produzione offensiva degli attaccanti. Perché stavolta abbiamo ragione al 100%? Perché è arrivato un signore che ci ha detto che lui l’ha vista persino peggio di noi, con una nota critica più evidente, e che di certe cose è un po’ preoccupato. Questo signore non è un’opinionista qualsiasi ma si chiama José Mourinho. Vi do una notizia: non è un omonimo, è proprio lui.
Paolo Marcacci