Sfregio a Van Gogh: si palesa tutta la pochezza della protesta ambientalista in un gesto demenziale

E’ accaduto qualche giorno addietro a Londra, dove due attiviste hanno imbrattato il capolavoro di Van Gogh, ‘I girasoli’. Il capolavoro di Van Gogh, conservato a Londra alla National Gallery, e lì le due attiviste hanno fatto irruzione, lanciando il contenuto di due barattoli di minestra, non senza esibire ad arte la marca e l’immagine della minestra in questione. L’azione dimostrativa, che si è sviluppata nel quadro della campagna di protesta anti-petrolio, non è poi un caso isolato: da giorni, infatti, militanti ecologisti di ‘Just Stop Oil’ stanno utilizzando differenti maniere di protesta per esercitare pressioni sul Governo britannico di modo che esso possa mutare la propria politica ambientale. Tra l’altro, una delle due manifestanti (se vogliamo usare questo nobile nome in riferimento ad azioni tanto ignobili) ha detto testualmente: ‘Cosa vale di più, l’arte o la vita?’. E ha aggiunto: ‘Vale più del cibo, più della giustizia? Siete preoccupati per la protezione di un dipinto o per la protezione del nostro pianeta e delle persone?’. Ecco, questo è il senso generale o il non senso generale, se preferite, di questa grottesca e patetica protesta che ha colpito nientepopodimeno che il grande Van Gogh.

Ora, gesti così squallidi – che vengono presentati come se fossero anticonformistici, quando in realtà l’apice non plus ultra del conformismo pantoclasta della civiltà contemporanea – rappresentano al meglio lo spirito del nostro tempo, più precisamente di un tempo senza spirito quale è il nostro, dove appunto due manifestanti (se vogliamo ancora usare questo termine nobilitante) probabilmente senza neanche avere contezza di ciò che avevano di fronte – un capolavoro di Van Gogh – hanno pensato bene di imbrattarlo. Per fortuna c’era un vetro che copriva il quadro, sicché il quadro non è stato compromesso da questa demenziale azione dimostrativa, che rappresenta tuttavia al meglio l’essenza del nostro tempo e che è sinergica rispetto alla cosiddetta ‘cancel culture’ (la ‘cultura della cancellazione’, o meglio, la ‘cancellazione della cultura’) come cifra di un’epoca, la nostra, che pretende di far valere ovunque il nulla legato alla civiltà del nulla contemporaneo, una civiltà che si sta svalorizzando, che per dirla con Nietzsche sta producendo nichilismo in ogni ambito, la svalorizzazione di tutti i valori. E così arriviamo al punto in cui due manifestanti, a Londra, pensano di poter portare avanti le loro rivendicazioni, addirittura prendendosela con un capolavoro di Van Gogh e tra l’altro esibendo (perché non deve sfuggire questo aspetto) ad hoc la marca di una minestra utilizzata per la loro protesta, tra virgolette, per il loro gesto demenziale e ampiamente criticabile, a voler essere più precisi.

Insomma, davvero questo è lo spirito del nostro tempo e la cosa assurda è che persone di questo tipo pensino di essere anticonformiste, quando in realtà incarnano al meglio lo spirito senza spirito di un tempo in cui distruggere l’arte, in cui imbrattare le opere, abbattere le vestigia della nostra civiltà diventa il gesto fondamentale richiesto a tutti dal nostro tempo. Sicché il vero conformismo, più che mai oggi, sta nell’apprezzare Van Gogh, nel leggere i classici, nel rispettare la tradizione e nello studiare la storia. Cioè che evidentemente le due attiviste, tutte prese dalle loro manifestazioni, non hanno ancora trovato il tempo di fare. Speriamo possano, presto o tardi, rimediare perché, come usa dire, ‘non è mai troppo tardi’.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro