“Le competenze di Binotto potrebbero ricollocarsi presso uno dei marchi della concorrenza, i quali lo accoglierebbero a braccia aperte. Ci sarà un perché”
La questione non è semplice né lineare, meno che mai lo sarebbe se pretendessimo, ora, di valutarne gli effetti a medio – lungo termine. Dovremmo sempre ricordare che la Formula Uno è una realtà troppo più complessa anche rispetto ai livelli iperprofessionostici di tante altre discipline. Cambiare – in seguito alle sue dimissioni – il Team Principal non equivale a cambiare l’allenatore in una società di calcio, tanto per essere chiari.
C’è un concetto chiaro, nella vicenda dell’addio di Binotto alla Ferrari, perlomeno uno: il Cavallino con la sua uscita perde un’eccellenza, dal punto di vista ingegneristico e dello sviluppo motoristico. Un tecnico che, certamente con altro ruolo e altre competenze, c’era già ai tempi di Michael Schumacher. Gli era stato affidato un incarico non tagliato su misura per lui, semplicemente e di errori ne abbiamo visti tanti; errori del team per i quali ha dovuto sempre mettere la faccia lui, bisogna aggiungere, con il risultato di aver fatto spesso la figura dello scemo del villaggio, complici il sempre più diffuso malcostume da social e la “calcistizzazione” del modo di vivere la Formula Uno da parte degli appassionati.
Ora, prima di arrivare a quelle che saranno le scelte definitive per il futuro, sarebbe il caso di quantificare cosa e quanto a Maranello verrà perso in termini di sviluppo e progettazione, mentre le competenze di Binotto potrebbero ricollocarsi presso uno dei marchi della concorrenza, i quali lo accoglierebbero a braccia aperte. Ci sarà un perché.
Capitolo Vasseur
Visto che sarà lui la guida del futuro, a meno di sconvolgimenti al momento impensabili; la guida delle guide, per la precisione, definizione che non ha bisogno di essere spiegata: con il suo avvento viene messo al centro del progetto ferrarista Charles Leclerc, con relativo ridimensionamento di Carlos Sainz, uno che nel Mondiale appena terminato ha fornito prestazioni non dissimili da quelle del compagno di squadra, soprattutto in gara. Accetterà di buon grado Sainz di diventare il Checo Perez del Cavallino? A nostro giudizio no, giustamente. Un’altra delle questioni che ora potrebbero produrre delle criticità in Ferrari.
Chiudiamo con una provocazione: a Binotto è stato rimproverato di non aver compiuto il percorso che doveva portare la Rossa a mettersi alle spalle l’intera concorrenza. Vasseur sarà dunque obbligato a vincere subito?
Paolo Marcacci