Si parla molto di gotha romanista quando avvengono episodi che coinvolgono i giallorossi, eppure i dubbi sul fallo che è costato a Milinkovic-Savic il derby ci hanno dimostrato l’esistenza di un fronte unito e compatto nel mondo dello sport (tra giornalisti, atleti, ex sportivi e vip di varia natura): quello della tifoseria biancoceleste, che su social e televisioni ha fatto molto rumore per il giallo comminato al centrocampista laziale. Spesso il fronte romanista si sogna, quindi le sponde del Tevere da questo punto di vista si sono rovesciate: la realtà si è ribaltata. Va anche detto, su Verona-Roma, che non si dovrebbe operare senza anestesia un giocatore alla rotula, così come che sul gol dell’1-0 la visuale di Rui Patricio era impallata da Henry e la rete, pertanto, era da annullare, come ha rilevato anche il commentatore di Dazn Luca Marelli. Il quale va citato sempre, non solo quando fa comodo, non essendo questi peraltro sospettabile di simpatie romaniste.
Ma i fatti più importanti della settimana riguardano gli episodi accaduti sugli spalti di San Siro in Inter-Sampdoria. In un’epoca in cui chiunque va allo stadio viene palpeggiato, persino noi giornalisti (chiunque può essere malintenzionato, è giusto sia così), quanto accaduto è inaccettabile. Persino padri di famiglia con figli al seguito sono stati “invitati” a lasciare lo stadio da facinorosi, terrorizzando quelli che potrebbero essere futuri clienti degli stadi. Attraverso le telecamere si possono scandagliare persino i contenuti dei panini, in passato allo stadio Olimpico si veniva sanzionati anche solo per un cambio posto. Come è possibile si tardi a individuare i responsabili di questo gesto? Al netto del comunicato di riprovazione da parte del club rivolto a un padre di famiglia che è stato terrorizzato assieme ai suoi figli, che farà in modo di non portarli più allo stadio (e i bambini ne saranno spaventati) i club dovrebbero riflettere sulla perdita della clientela, non solo su eventuali intoccabili che è meglio non andare a scomodare. Non si parla tanto di etica, ma di dimensione economica.