Continuano a far discutere i tanti casi di medici, operatori sociosanitari e infermieri discriminati per aver scelto di non fare il vaccino. Reintegrati al lavoro dal pochi giorni con due mesi di anticipo rispetto alla scadenza originale, i sanitari si sono trovati di fronte colleghi ostili. Emarginati fuori dagli ospedali, ostracizzati dentro. Episodi su cui molti si stanno attivando. Tra questi, Raffaella Regoli, che sta cercando di far luce su questi casi anche grazie alla trasmissione “Fuori dal Coro”.
“Vorrei ringraziare tutte le persone che ho potuto intervistare“, commenta la giornalista. “Per tutelarli, ho voluto nascondere non solo volti e voci, ma anche i luoghi dei nostri colloqui. Gente che lavora da molti anni per salvare vite è stata sostituita da gente a gettone. Sono stati trattati come criminali. Una signora, già vessata durante la sua permanenza in corsia, mi ha implorato persino di indossare il cappuccio durante l’intervista, quasi fosse una terrorista. Queste persone hanno bisogno di cui fidarsi, per loro non è facile. Poi, l’idea di fargli indossare un camice riconoscibile è un voler vessare e piegare queste persone anche nello stato d’animo. C’è, per fortuna, anche qualcuno che non è stato massacrato per la sua scelta, ma il mio telefono è invaso di segnalazioni analoghe“.
“Bisogna chiedere al Ministro della Salute di fare un intervento organico per riparare questi vulnus“, aggiunge il dott. Mariano Bizzarri, oncologo. “Addirittura alcune regioni pretendono di imporre le loro decisioni al governo, non esiste. Il problema del reintegro va affrontato, così come va delineata una nuova strategia per il Covid, ma con misure organiche e non estemporanee”.
“Più che di intervento organico servirebbe un intervento coraggioso. Il decreto è stato fatto, ma mi pare più una vittoria di Pirro”, continua Regoli. “Se si lascia discrezionalità alle Regioni, le quali hanno autonomia sanitaria, si permette una purga politica, ed è un qualcosa da cui si deve uscire. Vuoi il merito del reintegro con 2 mesi di anticipo? Serve coraggio, anche prima della sentenza della Corte costituzionale. Reintegrarli in questo modo è indegno“.