Xi-Biden: c’è la svolta guerra al G20? Il rischio è che le intenzioni siano tutt’altre

Xi-Biden: il disgelo del G20 sarà realtà?
Pare di sì, a leggere le prime pagine di oggi. A quanto pare questo incontro tra presidente americano e omologo cinese dei titoli li ha dati. La Cina ha ribadito di non avere nulla da guadagnare dalla guerra e ha fatto anche qualche riferimento “puntuto” all’indirizzo di Putin. Pare insomma che qualcosa si muova sulla costruzione non della pace, ma di un dialogo. Piccoli mattoncini arrivano anche dalla Russia, che qualche giorno fa ha mostrato disponibilità a trattare cui ha fatto eco pure Zelensky a margine del meeting di ieri tra CIA e omologhi russi: qualcosa si muove, non c’è dubbio.

Il rischio però c’è, ed è quello di un grande racconto propinato su larga scala che poi però cela tutt’altre intenzioni. Sempre ieri, ad esempio, Xi Jinping ha ribadito che Taiwan è terra cinese senza se e senza ma, e che su questo non si tratta. Sulla guerra – tirando le somme – ha poi in fondo ribadito quello che dice da sempre: ‘la pace si costruisce’ e cose simili. Di novità rilevanti da quel fronte non ne arrivano.

Quello che è interessante è quest’incontro ad Ankara tra Burns e Naryshkin, rispettivamente capo della CIA e dell’intelligence russa, che si sono parlati cominciando a sondare la possibilità dei negoziati.
Possibilità circa le quali già si discute: alcuni documenti suggeriscono di lasciare la Crimea ai russi; si tratterebbe allora di decidere il destino del Donbass e poi vedere cosa accadrà. Una soluzione al vaglio potrebbe essere quella di uscire con la Crimea protettorato russo e con il Donbass ritenuto indipendente (fuori dal controllo russo).
Pezzo per pezzo l’ipotesi pacifica si fa strada, ma di mattoni da mettere ce ne sono ancora tanti. Intanto uno potrebbe essere il cessate il fuoco.