‘L’algoritmo dei dolori’ come ha titolato Il Manifesto, è il sistema informatico adottato due anni fa dal ministro dell’istruzione Lucia Azzolina in carica nel governo Conte II. Entrato in funzione l’anno scorso, oggi a 4 mesi dall’inizio dell’anno scolastico ha creato il caos nel sistema delle graduatorie degli insegnanti. Docenti con titoli e punteggi alti vengono scavalcati in graduatoria da altri con punteggi più bassi o da chi ha un’invalidità civile certificata.
Ecco a chi, o meglio a cosa, dobbiamo dare la colpa per questo ennesimo strafalcione, in un settore poi nel quale da sempre non ne indovinano una. L’algoritmo ha dato un posto a chi aveva meno titoli di un’altra persona e ha piazzato a un ruolo di sostegno chi si candidava per coprire una cattedra. Il software si chiama NRMP (National Resident Matching Program) ed è stato progettato da Enterprise Services Italia e da Leonardo per la modica cifra di 5 milioni di euro dei contribuenti.
Ogni anno si calcolano i punteggi degli insegnati precari, quelli che sono in attesa di vincere un concorso o di entrare nel sistema della scuola per poter esercitare la professione. Questo algoritmo sta scatenando una guerra di tutti contro tutti, in un ambiente, quello dell’insegnamento, dove ogni anno i docenti devono cercare il proprio nome e vedere dove li hanno spediti e attendere fino a pochi giorni dall’inizio della scuola dove saranno mandati. Questi sono i veri problemi di cui ci dovremmo occupare e non se è giusto o no utilizzare il telefonino a scuola.