14mila pagine di nuovi documenti sulle operazioni di mercato della Juventus, frutto dell’operazione “Prisma”. Dentro, le motivazioni che hanno portato la Procura della FIGC a chiedere la revoca della sentenza di assoluzione risalente a maggio. La Corte federale di appello (organo di secondo grado della giustizia sportiva) secondo la procura avrebbe pronunciato la sentenza senza avere gli elementi emersi dai rilievi dei pm di Torino che dimostrerebbero la volontà della Juventus di fare operazioni di scambio di giocatori “preordinate solo esclusivamente con il fine di ottenere vantaggi economico-contabili, senza alcun rilievo di natura tecnica, considerando che i calciatori da scambiare sono indicati da una X”. Inoltre, secondo l’accusa, il sistema prevedeva scambi “non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche bensì di realizzazione di plusvalenze […] senza esborsi finanziari”.
Prima si determinava il valore di scambio, poi gli atleti coinvolti. Da qui la decisione, da parte dei PM, di chiedere la riapertura del caso nei confronti della Vecchia signora e di altre 8 squadre (Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara, Pescara). Tutte quelle dello scorso filone, tranne Chievo e Napoli (il club partenopeo era coinvolto solo per l’affare Osimhen con il Nizza). Tra i nuovi elementi dell’inchiesta presenti nel faldone dei pm assume ancora più forza l’intercettazione di Max Allegri: “Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va a comprare il giocatore che gli serve, cioè tu devi capire che il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze e quindi era un mercato del c…”.