Sulla questione di tassare gli extraprofitti delle imprese energetiche di gas e petrolio, se ne parlava già 6 mesi fa quando in carica era ancora il governo Draghi. I ricavi per lo stato che aveva previsto quel governo si aggiravano intorno ai 10 miliardi. Da quello che si evince dalla finanziaria varata dal governo Meloni, adesso saranno solo poco più di due. Per quanto riguarda i POS, i dispositivi che permettono di pagare tramite strumenti elettronici come la carta di credito, il governo ha tolto l’obbligo di accettare i pagamenti sotto i 60 euro, di conseguenza i commercianti potranno rifiutarsi di accettare esborsi con carta sotto quella soglia. Per quanto si possa essere d’accordo sull’abolizione di un obbligo, la decisione presa crea più problemi che soluzioni.
A questo proposito ha commentato il direttore de Il Giornale d’Italia Marco Antonellis: “Chi vuole pagarsi il caffè col POS è giusto che se lo paghi“, “Non puoi andare contro la storia, ormai tutti pagano con dispositivi elettronici” e sottolinea: “Il problema sono le commissioni bancarie, da rivedere o eliminare, questo avrebbe dato una mano ai commercianti“. In Spagna, ad esempio, per i pagamenti sotto i 30 euro non vengono applicate commissioni. “Dicono di non fare gli interessi delle lobby ma se poi sono sensibili agli interessi dell’alta finanza, della grande imprenditoria, viene il pensiero che a certi ambienti si guardi eccome“.
Insomma, tra extraprofitti e pagamenti elettronici c’è da chiedersi a chi si rivolga realmente il governo con queste decisioni.