Leggo in questi giorni che la von der Leyen ha fatto una proposta dell’Unione Europea davvero notevole. Creeremo un tribunale ad hoc sui crimini della Russia. Così leggo su Ansa.it in data 30 novembre 2022. “Pronta la proposta Unione Europea”, scrive Ansa. “Mosca paghi anche per la devastazione con i suoi beni congelati. La Russia deve pagare per i suoi crimini orribili. Collaboreremo con la Corte penale internazionale. Contribuiremo alla creazione di un tribunale specializzato per giudicare i crimini della Russia. Con i nostri partner, ci assicureremo che la Russia paghi per la devastazione che ha causato con i fondi congelati degli oligarchi e i beni della sua banca centrale“. E quanto annuncia in un tweet, scrive Ansa.it, la presidente della Commissione dell’Unione europea, Ursula von der Leyen. Ebbene sì, l’Unione europea è pronta a trattare ancora una volta la Russia come uno Stato terrorista, come uno Stato criminale. Del resto, risale a qualche giorno addietro la scelta da parte dell’Unione Europea, sulla scorta di quanto già deciso dalla Nato, di cui l’Unione Europea sempre più si rivela al traino, di considerare la Russia di Putin come uno Stato terrorista. Già si è detto delle conseguenze esiziali di questa scelta, dacché se la Russia di Putin è uno Stato terrorista, allora bisognerà condurre la guerra fino alle sue estreme conseguenze, dacché con i terroristi non è lecito dialogare e negoziare.
E ora compare una conseguenza, direi coerente, della premessa secondo cui la Russia uno Stato terrorista, l’idea di un tribunale ad hoc sui crimini russi. Ovviamente, mi permetto di sottolineare, i crimini della NATO e degli Stati Uniti d’America non debbono essere mai giudicati. Deve essere chiaro, questo. Anzi, sono loro stessi che si ergono a giudici che di fatto valutano, commentano e assolvono o condannano il resto del mondo. Questo fa parte di quelle pratiche dell’imperialismo di cui l’Occidente, ça va sans dire, non ha smesso di macchiarsi, sempre pensando di essere superiore a tutto e a tutti e quindi di poter, da una posizione naturaliter privilegiata, giudicare dall’alto, quasi come se potesse ergersi a giudice dell’intera storia umana. Come è possibile che l’Unione Europea, che è parte del conflitto insieme agli Stati Uniti contro la Russia, usando il guitto Zelensky, attore nato, come fantoccio, come arma, come testa d’ariete contro la Russia, come può, domando, l’Unione Europea insieme agli Stati Uniti, pretendere di essere anche giudice del conflitto quasi guadagnando una posizione di terzietà rispetto al conflitto? Capite bene che un puro non sequitur.
Sarebbe come se la Russia all’improvviso dicesse, e sarebbe ovviamente pura follia, di voler giudicare come giudice super partes i crimini dell’Unione europea o degli Stati Uniti d’America. È ovvio che se ci deve essere un tribunale deve essere un tribunale super partes, e che il Tribunale dell’Aja sia stato in passato un tribunale super partes è in realtà è una questione molto dibattuta. Ad esempio, Danilo Zolo, nei suoi imprescindibili studi su questi temi di diritto internazionale, diceva che in realtà il Tribunale dell’Aja faceva valere il diritto del più forte, cioè il diritto dei vincitori, di fatto mai condannando i crimini dei vincitori e sempre facendo sedere alla sbarra degli imputati i vinti. Ricorderete tutti il caso di Milosevic e della guerra in Serbia. Insomma, una volta di più l’Unione europea, con la spocchia che ormai la caratterizza, tradisce la propria storia, tradisce la propria specificità di luogo della ragione. L’Unione europea sembra essere in preda del calcolo e priva ormai del pensiero. E quest’ultima scelta di istituire un tribunale ad hoc per i crimini della Russia mi pare pienamente coerente con questa misologia, come la chiamerebbe Platone, cioè con questo disprezzo ormai palese per il logos.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro